Certo che passa veloce il tempo!!! Sembra ieri che il nostro caro amico e socio Renato si è fatto male alla caviglia e invece sono già passati 7 mesi!!!
Forse per lui, costretto a casa per tutto questo tempo, non è poi passato tanto velocemente!
Ma come un vero lottatore non si è arreso e anzi ha sfruttato il molto tempo a disposizione per la riabilitazione e per organizzare il suo rientro tra le sue e nostre amate montagne!
E dove proporre una gita come coordinatore, con l’aiuto dell’amico Eliseo, se non proprio là dove quel “dannato” 20 ottobre 2013 si era fatto male? Per accattivarsi l’interesse di più persone e anche per fare un qualcosa di nuovo e mai sperimentato fino ad oggi da molti noi (forse da tutti), gli viene in mente di aggiungere all’ormai noto sentiero degli Scalandrini, il tragitto fino alla diga di Ridracoli attraverso l’utilizzo di un battello elettrico, che venendoci a prendere nella sponda opposta alla diga, in circa una mezzoretta ci traghetta sul lato diga, dove ci aspetterà il bus.
L’idea piace molto e in poco tempo il pulman si riempie, con anche un bel gruppo di persone che restano in lista d’attesa, ma che purtroppo non sarà possibile accontentare a causa del numero imposto dal battello.
Tutti puntuali la domenica mattina, ci troviamo con stupore e altrettanto piacere, la presenza di due persone della lista d’attesa, che prima sfidano la sorte sperando in qualche defezione dell’ultimo minuto, e che dopo decidono di seguirci in macchina per fare il nostro stesso percorso, anche con il battello, per poi tornare indietro a piedi fino alla macchina, lasciata a Camaldoli. Grandi Chiara Odette e Sandro Vasarri!!!
La giornata trascorre in modo molto tranquillo, il tempo a disposizione è tanto, dato che il battello ci aveva dato appuntamento alle 16.30. Ci siamo così potuti godere una piacevole camminata, senza fretta con soste in punti panoramici e qualche deviazione dal sentiero principale per ammirare le bellissime cascate.
Un bel sole ci ha scaldato durante la sosta pranzo alla Lama. Da qui, dopo anche aver schiacciato un pisolino, siamo ripartiti alla volta dell’invaso, dove ci avrebbe aspettato una bellissima traversata con il battello.
L’attraversamento dell’invaso è stato straordinariamente emozionante. Siamo tutti rimasti affascinati prima da una natura quasi incontaminata e dopo dalla grandezza della diga, che si è aperta davanti a noi in tutta la sua imponenza.
Sbarcati e rifocillati al bar presente sulla diga abbiamo raggiunto il bus che ci aspettava al parcheggio a circa una mezzoretta di cammino.
Il rientro ad Arezzo è stato l’unico neo della giornata.. un bus un po’ scalcinato e le strade (E45) ancora peggio, ci hanno fatto sentire su un “tagadà” per circa due ore !!!
Sono comunque giornate come queste, immerse nella natura, con la compagnia di vecchi amici e l’incontro con nuove persone, che magari diventeranno amici, che mi rigenerano e mi danno la carica per affrontare una nuova settimana!
Direi che il rientro di Renato è andato alla grande, ha sfidato la sorte ricalcando lo stesso itinerario con audacia e anche un po’ di sfrontatezza volendo ripercorrere il tutto con le mani in tasca!!!
Grande Reny.. adesso però ti rivogliamo anche “aggrappolato” a qualche parete…
Bentornato amico mio!!!
– Francesca Nassini
(Foto di Fracesca Nassini e Federico Bartolucci)