Per sopravvenute esigenze organizzative e a modifica di quanto previsto dal calendario attività del 2015, la castagnata di quest’anno si terrà domenica 25 ottobre p.v.
La manifestazione avrà luogo nella frazione di Falciano, comune di Subbiano, posta ad una quota intorno ai 500 metri s.l.m., a pochi chilometri da Arezzo, nella sede della pro-loco (di fronte alla chiesa). Il pranzo sarà consumato in locali coperti.
Vi possono partecipare oltre ai soci CAI anche i simpatizzanti non iscritti e la suddetta località potrà essere raggiunta con auto proprie. Nel parcheggiare si dovrà evitare di intralciare la sede stradale.
Quota di partecipazione da versare al momento dell’iscrizione:
-Soci euro 12,00 – soci giovani euro 10,00 – non soci euro 20,00; minori al di sotto di anni 6 euro 10,00
-Le iscrizioni sono aperte dal giorno 24 settembre e termineranno improrogabilmente il 20 ottobre
Come ormai di consuetudine nella mattinata si svolgerà una camminata con partenza alle 8,45 dalla chiesa del paese e rientro verso le 12,30 -12/45, poco prima dell’ora di pranzo fissata intorno alle ore 13,00. Sarà una camminata di tipo “E” (escursionistico) di lieve difficoltà che quindi non richiederà particolare impegno. Nel primo pomeriggio, sarà interessante effettuare una visita ai mulini ad acqua di Falciano. Il tutto come da programma allegato.
Il percorso si svilupperà su strade bianche e/o sentieri. Sarà necessario essere dotati di un’adeguata attrezzatura di base (scarponcini da trekking o scarpe dotate di buona suola, ecc.). Coloro che vi parteciperanno saranno guidati da accompagnatori della Sezione CAI di Arezzo.
N.B. I partecipanti esonerano gli accompagnatori e la Sezione da qualsiasi responsabilità per eventi e comportamenti derivanti da imprudenza, imperizia e negligenza durante lo svolgimento dell’escursione.
Altre notizie e curiosità in breve
La Castagna, frutto tipicamente autunnale, sana e nutriente, in passato è stato un alimento base per intere popolazioni di montagna, in grado di sostituire i più pregiati cereali. Il suo nome ha origine da quello di un’antica città della Tessaglia, regione settentrionale della Grecia, che sorgeva al centro di estesi castagneti. Fu importata in Italia dai Romani che l’apprezzavano e la celebravano nelle loro poesie. Lo storico greco Senofonte, vissuto tra il 430 ed il 355 a.C, definì il maestoso castagno (che può raggiungere i trenta metri e più d’altezza) albero del pane.
I Greci svilupparono la coltivazione di questo albero selezionandone le varietà, per poi consumare le castagne nei modi più diversi (pane nero di Sparta, sfarinate e minestre).
Fenici ed Ebrei commerciavano questi frutti in tutto il bacino del Mediterraneo. Virgilio dava consigli sulla coltivazione del castagno, mentre Marziale indicava che nell’Impero Romano nessuna città poteva gareggiare con Napoli nell’arrostire questo frutto. I latini cocevano le castagne sulla fiamma diretta, sotto la cenere, nel latte, o come suggeriva Apicio, al tegame con spezie, erbe aromatiche, aceto e miele.
Galeno e gli altri medici dell’epoca avvertivano però che le castagne, anche se cibo di gran nutrimento, generavano ventosità, gonfiore di ventre e mal di testa. Pianta di origine antichissima (si parla addirittura del Cenozoico), ebbe grande diffusione in tutta l’Europa e l’Asia Minore, divenendo popolare e addirittura “coltivata” nel Medioevo, quando il suo frutto fu chiamato “il pane dei poveri”, vale a dire il cibo per vocazione nei periodi invernali, usato anche per preparare farine per pane e zuppe.
Gli ordini monastici, a partire dal VII secolo d.C., si impegnarono nella coltivazione anche per l’uso del legno; ottimo soprattutto per le costruzioni e del tannino, sostanza ricavata dalla corteccia e impiegata nella lavorazione di pelli e stoffe e i fiori usati in farmacopea.
Durante il Medioevo furono soprattutto gli ordini monastici a migliorare la coltivazione (rimboschimenti nelle aree pedemontane), la conservazione e la trasformazione delle castagne. Fu allora che si affermò il mestiere di “castagnatores”, svolto da contadini specializzati nella raccolta e lavorazione di questi prodotti del bosco. Le castagne divennero così l’alimento principale delle genti di montagna, identificato come un cibo plebeo da evitare nei menu di corte. Sempre nel Medioevo a questo frutto venivano anche riconosciute proprietà afrodisiache, dettate soprattutto dalla sua forma di “testicolo”. Il primo a notare la somiglianza fu Isidoro di Siviglia (VI sec.) che accostò il nome castagno a “castrare”, dicendo che quando si estraevano dal riccio i due frutti gemelli, era come se si facesse una castrazione. Sulle qualità afrodisiache delle castagne si rintracciano anche testimonianze successive.
Il Castagno molto longevo come la quercia e l’olivo, ha un tronco che diviene quasi una casa con numerose gallerie interne. Celebre è il castagno dell’Etna, detto dei “Cento Cavalli”, perché si narra che diede riparo sotto la sua chioma, durante un forte temporale, alla carrozza della regina Giovanna d’Aragona con il suo seguito di cento cavalieri.
“Catenaia segreta”
Partenza ore 9,00 Chiesa di Falciano
Rientro ore 12.45 /13.00 Chiesa di Falciano
Il percorso che si propone quest’anno in occasione della Castagnata Sociale, prevede la riscoperta di alcuni luoghi meno conosciuti dell’Alpe di Catenaia e prossimi all’abitato di Falciano (comune di Subbiano), posto poco sopra il tracciato della via Romea casentinese.
In particolare nell’ambito della passeggiata al mattino, si effettuerà una escursione ad anello partendo dall’abitato di Falciano proprio davanti alla Chiesa. Dall’abitato di Falciano (quota m.500) si salirà ai borghi di San Piero e Prato all’Aia (quota m.577) successivamente seguendo una mulattiera si rasenteranno i ruderi dell’antico fortilizio di “Catenaiaccia” (quota m. 632). La mulattiera prosegue poi superando il fosso Lendra per raggiungere con un ultima rampa l’agriturismo Val di Pozzo (quota circa 800 m.). Da qui si procederà su strada bianca ancora in leggera salita fino a quota 871 (culmine dell’ascesa). Poco dopo l’escursione incrocerà l’itinerario segnato dal CAI con n. 04 che percorreremo in discesa. Questa strada bianca ci condurrà rapidamente a Falciano, giusto in tempo per il pranzo (ore 13), con ampi scorci sulla piana di Arezzo sottostante Poti e il Monte Amiata in lontananza.
Dislivello e grado di difficoltà = (E)
Il percorso ad anello è previsto in circa 4 ore, per un dislivello complessivo di circa 430 m in salita e altrettanti in discesa. Si raccomanda idoneo equipaggiamento autunnale, particolarmente nelle scarpe dotate di buona suola.
Al pomeriggio verso le 15 dopo la Castagnata alla sommità del paese di Falciano avremo la possibilità di visitare 3 mulini in pietra azionati con l’acqua del torrente Chiassa, sentendoli fragorosamente in azione e se interessati avremo l’opportunità di acquistare la farina “gialla” di mais del Casentino e quella “bianca” di grano sempre locale, appena prodotta dal Mugnaio.
Notizie per il parcheggio auto : Utilizzare parcheggio nel retro (abside) della Chiesa o nella strada sottostante la dirimpettaia villa Paolina sede della “Castagnata”.
Itinerario con Auto: SR U.Casentinese direzione Subbiano (da Arezzo KM 15). Superato l’abitato immediatamente dopo il supermercato A&O troverete sempre sulla destra l’indicazione per Falciano (km 3) fino alla Chiesa del Paese.
Si rammenta ai partecipanti durante l’escursione, attraversando fondi adibiti a raccolta Castagne, di astenersi da ogni tipo di raccolta per non incorrere nel “reato di Furto“, disciplinato dal Libro II Titolo XIII capo I artt. 624-625 Codice Penale.
Organizzatori e Direttori di gita: Isaldo Rossi – 3294278533 e Andrea Ghirardini – 0575/355717