PROGRAMMA
Venerdì 8 – Partenza da Arezzo alle 5.30 da Piazza Giotto, 5.40 dal Palasport Le Caselle. Arrivo in val Borzago alle 12/13. Partenza per il Rifugio Carè Alto al Bus del Gatt (2559). Mezz’ora dopo la partenza si raggiunge Malga Coel di Pelugo (1423) da dove parte la teleferica per il rifugio cui potremo affidare buona parte del peso alleviando così la salita di oltre mille metri. Tempo di salita previsto cica quattro ore.
Sabato 9 – Dal Carè Alto partenza (di buon’ora) per il Passo di Cavento (3198) attraversando la Vedretta di Lares. Poco prima del passo troveremo la deviazione per il Corno e chi fosse interessato potrebbe raggiungerne la cima (3406) anche per visitare la famosa caverna, punto strategico più volte conquistata e persa dagli eserciti in lotta durante la Grande Guerra. Discesa dalla stessa via di salita e ritorno sul percorso per il passo, superato il quale si cala verso la Vedretta della Lobbia. Si tocca il pianoro del Passo della Val di Fumo (2980) e, sempre procedendo verso nord ai margini della Vedretta si raggiunge il Rifugio Caduti dell’Adamello (3020), in prossimità del Passo della Lobbia Alta (3015). Tempo previsto otto ore.
Domenica 10 – Sempre di buon ora, si ritorna sulla Vedretta della Lobbia, la si attraversa in direzione est per raggiungere il Passo delle Topette (2899), dal nome benaugurante, da cui inizia la lunga discesa verso la Val di Genova (sentiero 207). In circa cinque ore si dovrebbe raggiungere Casina Muta (1397), lungo il fiume Sarca e in prossimità del parcheggio di Malga Caret. Da qui verso casa. Può darsi che una parte dei percorsi di fondovalle si debbano fare con bus-navetta locali. L’arrivo ad Arezzo è previsto in nottata.
Difficoltà: dal rifugio Carè Alto si segue il sentiero glaciologico Marchetti (segnavia 215), ben individuabile fino alla Sella di Niscli, poi si scende su ghiacciaio (Vedretta di Lares) che può variare a seconda della stagione, ma è classificato come facile. Per il Corno di Cavento i punti più ripidi sono attrezzati con corde metalliche. Dal Passo di Cavento in poi il giacciaio (Vedretta della Lobbia) è classificato F (facile)+ cioè appena un pelo meno facile della Vedretta di Lares.
Dislivelli: primo giorno 1200 metri in salita; secondo giorno circa 400 metri in salita (600 se si sale al Corno) e 50/250 in discesa; terzo giorno 1500 in discesa.
Indispensabile il materiale tecnico individuale (casco, imbraco, ramponi, piccozza, un paio di cordini e di moschettoni a ghiera, ghette, guanti e occhiali da ghiacciaio).
Abbigliamento da alta montagna.
I direttori di gita si riservano il diritto (a pensarci bene diremmo piuttosto che si tratta di un dovere) di escludere dalla partecipazione chi ritenessero non idoneo.
In prossimità della data prevista per l’escursione ci informeremo dai gestori dei rifugi e, se necessario, apporteremo le opportune modifiche al programma.
Il costo dell’escursione è di € 200,00 comprendente viaggio a/r in pullman e mezze pensioni ai rifugi, bevande escluse. In seguito vedremo di comunicare la spesa per eventuali navette.
Partecipanti: minimo 13, massimo 15. Tra questi si dovranno individuare almeno quattro o cinque capicordata.
Circa quindici/venti giorni prima della partenza gli iscritti si ritroveranno in Sede (comunicheremo tempestivamente data ed orario) per un incontro preparatorio.
Stante la necessità di prenotare per tempo i rifugi si avverte che non è assolutamente possibile aderire al programma solo dopo aver consultato il meteo dell’ultima ora!!!
Termine improrogabile per iscriversi: martedì 31 maggio. Le iscrizioni saranno considerate valide solo se accompagnate dal versamento di un acconto di € 100,00.
Direttori di gita:
Sandro Vasarri (342 65039 69) Raul De Sanctis (329 39166 42)
Il Corno di Cavento era per i Kaiserjäger un eccezionale punto di osservazione sul fronte italiano della zona. Nell primavera del 1916 gli Alpini riuscirono ad occupare le Lobbie, affacciandosi sulla Val Rendena. Gli austriaci scavarono quindi questa galleria, una vera e propria fortificazione con cannoni e mitragliatrici e perfino un riflettore.
Nonostante questo reparti Alpini dei battaglioni Val Baltea e Monte Mandrone, agli ordini del capitano Battanta, attaccarono su più fronti sorprendendo il presidio imperiale. Un contributo decisivo fu dato da un gruppo di rocciatori che scalarono la parete ovest del corno, fino ad allora inviolata. La caverna passò quindi di mano. Era il 15 giugno del ’17.
Esattamente un anno dopo la conquista italiana, nello stesso giorno, la caverna fu ripresa dai Kaiserjäger che erano arrivati alle spalle dei nostri attraverso una lunga galleria scavata nel ghiaccio della Vedretta di Lares. Il 19 luglio dello stesso anno gli Alpini, con le stesse manovre tattiche usate in occasione della prima volta, riconquistarono la contesa posizione, poco prima della conclusione delle operazioni di guerra.