Osservando una carta dell’Italia si nota che, apparentemente, soltanto due regioni sembrano poter vantare nel proprio territorio la contemporanea presenza delle Alpi e degli Appennini: Piemonte e Liguria, ove al primo compete, oltre a un largo tratto della catena alpina, il versante settentrionale dell’Appennino Ligure, e alla seconda, oltre appunto il medesimo tratto appenninico, la parte iniziale della catena alpina dove prende il nome di Alpi Marittime. In realtà, a ben vedere, una terza regione condivide questo privilegio; si tratta della Lombardia che, in aggiunta alle sue ben note Alpi e Prealpi, si spinge con il suo estremo lembo meridionale, conosciuto come “Oltrepò Pavese”, a toccare una piccola ma significativa porzione di Appennino che, pur rientrando nella più generale definizione di Ligure, può a ben diritto definirsi anche come, appunto, Pavese.
Pur senza contare vette imponenti, queste montagne si presentano in genere ammantate di faggete che lasciano scoperte le zone sommitali, prative e ricche di fiori alpini; lungo i crinali correvano storiche vie di comunicazione da e per la Liguria (le “vie del sale”) e da essi si possono oggi godere vasti panorami che spaziano dall’arco alpino all’Appennino e fino al mare.
PROGRAMMA
Sabato 26 giugno
Partenza da Arezzo in autobus alle 5.45 da Piazza Giotto (dietro la chiesa poiché c’è il mercato) e alle 6.00 da Piazza G. Monaco.
In autostrada raggiungiamo Voghera e da qui iniziamo a risalire la valle percorsa dal torrente Staffora, in bel paesaggio, fino a raggiungere il paese di Varzi; qui faremo una breve sosta per visitare il suggestivo antico borgo medioevale fortificato, con vie strette, bassi portici, torri e sottopassaggi.
Ripreso il pullman cominciamo a salire su strada sempre più panoramica fino a raggiungere il Passo Scapa-
rina (quota m. 1108), sulle pendici del Monte Penice, da dove avrà inizio l’escursione a piedi.
Si imbocca un sentiero che segue il crinale tra Valle Staffora e Val Trebbia, sul confine tra Lombardia ed Emilia, e sale ripidamente attraversando dapprima pascoli e poi fitte pinete fino a raggiungere, dopo circa un’ora e trenta di cammino (dislivello in salita m. 360 ca.), la panoramicissima vetta del Monte Penice (m. 1460), sulla quale, oltre purtroppo a numerosi ripetitori, sorge il Santuario di Santa Maria.
Le fonti storiche attestano che in questo luogo la Madonna è venerata da almeno 1350 anni per una promessa fatta da San Colombano alla regina longobarda Teodolinda, e nell’XI secolo troviamo il santuario già nelle dimensioni attuali. Per molti secoli appartenne alla proprietà del Monastero di San Colombano a Bobbio, per poi passare alla Diocesi nel XIX secolo. Ristrutturato completamente in anni recenti, nel 2009 l’interno è stato decorato con suggestive e preziose icone orientali.
Fatta la visita, si ridiscende per lo stesso itinerario al Passo Scaparina da dove, ripreso il pullman, attraversiamo il paese di Brallo di Pregola, rinomata località di villeggiatura, e raggiungiamo, nei pressi della frazione di Corbesassi, in località Piani di Lesima a quota m. 1250, l’Agriturismo “Sulla via del sale” (il nome indica appunto che si trova su un’antica via di comunicazione con la Liguria) che ci ospiterà per la cena e il pernottamento.
Domenica 27 giugno
Anello del Monte Lesima
Dall’agriturismo si raggiungono i Piani di Propongo da dove si percorre in direzione nord-ovest una strada sterrata fino ad incontrare la provinciale Brallo- Passo del Giovà in corrispondenza di una sella (m. 1358).
In questo tratto sul fianco sinistro della strada sono visibili gli strati rocciosi della formazione geologica detta “calcari di Monte Antola”. Arrivati alla sella si prende una traccia di sentiero che percorre quasi integralmente tutto il crinale spartiacque tra la Valle Staffora (a destra) e la Val Trebbia (a sinistra). Camminando tra il bosco e una serie di belle radure si raggiunge il Monte Terme (m. 1490), dal quale si ha una bella vista del M. Lesima e di tutto il resto del tracciato. Da qui, camminando prevalentemente su prati, si sale sul crinale che alterna ripidi pendii erbosi a terrazzi molto panoramici, fino al Monte Tartago (m. 1688), all’inizio della lunga cresta a saliscendi che conduce alla vetta. Si prosegue su questa superando qualche modesto cocuzzolo secondario fino a raggiungere la cima del Monte Lesima (m. 1724), segnata da una caratteristica cupola di un radar aereonautico e da una grossa croce metallica. Magnifico il panorama, specie verso sud, dove spicca il M. Alfeo. La vetta e i suoi immediati dintorni sono segnalati per la presenza dell’Astragalus sirinicus, una delle piante più rare dell’Appennino.
La regione del Lesima ha visto nel 218 a.C. il passaggio dell’esercito cartaginese; una leggenda vuole che in tale occasione il condottiero Annibale abbia riportato una ferita ad una mano (lesa manu) da cui il toponimo del monte, anche se appare più realistica una derivazione da lesa, che nella parlata locale significa slitta.
Dalla vetta si scende sul versante est della montagna, su ripido e sassoso sentiero; in questo tratto si incomincia a vedere chiaramente la ripida parete rocciosa del monte formata da tanti strati rocciosi di diverso spessore tipicamente alternati. Attraverso prati e boschi si scende in località Prato di Cavanna (m. 1370), dove si incontra la strada che da Corbesassi conduce a Zerba. La si segue in discesa, alternandola a qualche tratto di sentiero, e attraversando boschi e pinete, si torna al punto di partenza.
Lunghezza: km 11,5 ca.
Dislivello: m. 660 ca. in salita e in discesa
Tempo di percorrenza: ore 4.30 – 5.00 (soste escluse)
Difficoltà: E
Tornati all’agriturismo, si prenderà la via del ritorno dirigendoci al Passo del Penice e da lì scendendo verso la Val Trebbia, conosciuta come una delle più belle valli appenniniche. Se avremo rispettato i tempi, potremo fare una sosta a Bobbio, capoluogo della valle, pittoresca cittadina sede della storica Abbazia di San Colombano.
Fondata nel VII secolo, appartenne ai Benedettini e fu importantissimo faro di cultura nel Medioevo. La chiesa attuale fu ricostruita nei secoli XV-XVII ma conserva il campanile romanico dell’XI sec. Al suo interno vi sono resti del pavimento a mosaico del XII sec., due transenne di marmo finemente intrecciato del IX sec. e un bel coro intarsiato e intagliato della fine del Quattrocento.
Infine si raggiunge Piacenza e si riprende l’autostrada per Arezzo, con arrivo previsto per le ore 21 circa salvo imprevisti di viaggio.
Equipaggiamento: l’occorrente da media montagna con ricambio di indumenti, bastoncini da trekking e mantellina impermeabile. Portare il pranzo al sacco per i due giorni (in alternativa qualche panino per la domenica potrà essere acquistato presso l’agriturismo).
Quota di partecipazione: è stabilita in € 100,00 ( eventuali non soci € 110,00 per coprire spese assicurative e di segreteria), comprensiva del viaggio a/r in pullman e della mezza pensione in agriturismo.
Al momento dell’iscrizione dovrà essere versata una caparra di € 30,00 senza la quale l’iscrizione stessa non sarà considerata valida.
Iscrizioni: presso la sede CAI a partire da giovedì 3 giugno e fino al termine ultimo di martedì 22 giugno.
Per motivi organizzativi la gita si effettuerà con un minimo di 16 e un massimo di 25 partecipanti.
Direttore di gita: Francesco Fracassi (tel. 0575 908433 / 349 7162617)
N.B. La Sezione non si assume alcuna responsabilità per eventuali danni arrecati a cose e persone durante lo svolgimento della gita