GITA A VOLTERRA
a piedi sul tracciato della vecchia ferrovia Saline-Volterra e trekking urbano della città etrusca fino alla antica necropoli
Già negli anni passati abbiamo avuto modo di percorrere a piedi suggestivi percorsi ferroviari dismessi (Arezzo-Palazzo del Pero, e le ardite Fermignano-Gubbio e Spoleto Norcia). Questa volta andremo in provincia di Pisa per andare a scoprire la ferrovia dismessa che unisce la costa tirrenica di Saline di Volterra alla città etrusca di Volterra .
Si tratta di una attività che il Club da anni privilegia come approccio lento alla conoscenza del territorio e che trova anche rispondenza nel calendario nazionale di “Trenotrekking”.
Al mattino, accompagnati da una guida ambientale del consorzio turistico locale, saliremo per circa 8,5 km sul tracciato della massicciata della vecchia ferrovia. Raggiunta l’antica stazione ferroviaria di Volterra, prossima alla zona ospedaliera di San Lazzaro, dove ha sede il Centro di Riabilitazione Motoria dell’Inail, avremo poi modo di vagare liberamente tra i vicoli della città del silenzio, fino ad addentrarci nel curioso “vicolo del CAI” proprio a ridosso del palazzo dei Priori. La restante parte della giornata potremo trascorrerla decidendo cosa esplorare grazie alla piccola guida e cartografia che vi viene fornita al momento dell’iscrizione, elaborata dalla Sezione CAI. Chi vorrà potrà così visitare il celebre Museo Etrusco Guarnacci o la straordinaria Pinacoteca Comunale. Altrimenti ci si potrà dedicare ad un inedito trekking urbano tra le antiche rovine del Foro romano o le numerose artistiche Chiese cittadine (Volterra, va ricordato, è ancora oggi sede di Diocesi).
Raccomandato è il giro della zona a verde pubblico sommitale (Parco Archeologico E. Fiumi) prossima alla Porta etrusca dell’Arco e la Fortezza Medicea attuale sede della Casa circondariale: un’aerea visione della città che ogni buon fotografo non vorrà perdere!
Nel finire del pomeriggio avremo la possibilità di ridiscendere verso la bella chiesa di San Giusto fino alla panoramica Necropoli a nord della città (zona “Le Balze”) dove il Pullman ci aspetterà per riprendere la via del ritorno (con le sue tante curve !!)
Una gita per tutti i gusti: i soci più anziani a Volterra ricorderanno ancora gli scenari di “Ritratto di donna velata” uno dei primi serial Tv in bianco e nero degli anni settanta con protagonista un giovane e bravo Ugo Pagliai. I più giovani invece potranno invece seguire le suggestioni cinematografiche del recentissimo “New Moon” girato nella città rivivendone i luoghi ed il Set…..
Profilo altimetrico dell’escursione al mattino (Saline-Volterra)
Cartografia sintetica dei luoghi
UN PO’ DI STORIA ….
Centro di cultura villanoviana nel periodo che va dal IX al VII secolo a. C., l’antica Velathri divenne, nel periodo Etrusco, capoluogo di una delle dodici Lucumonie, cingendosi di possenti mura fin dal V secolo a.C. ed estendendosi sulla collina su un’area ben più vasta della attuale. Le mura e la splendida posizione di dominio resero la cittadina facilmente difendibile, cosa testimoniata dal fatto che fu l’ultimo centro etrusco a dover subire il dominio militare e culturale romano. Nel V secolo Volterra fu importante sede vescovile e l’influenza dei vescovi si protrasse per alcuni secoli, fino al consolidamento della cittadina come libero Comune. E’ in questo periodo che furono costruiti i principali edifici pubblici e l’ultima delle cinte murarie, periodo, per altro, caratterizzato anche dalle lotte tra le famiglie guelfe e quelle ghibelline. Fu questa divisione interna a favorire l’avvento della dominazione dei fiorentini, che ne fecero un centro militarmente importante nelle lotte con Siena. I Medici vollero anche potenziarne le strutture difensive costruendo la Fortezza, che diverrà un elemento assai appariscente della struttura urbanistica della cittadina. Struttura che, ai giorni nostri, presenta evidenti segni di tutti i periodi storici rendendo Volterra un vero e proprio museo all’aria aperta. Le mura e le porte del periodo etrusco, la zona archeologica con il Teatro e il Foro romano, il Palazzo dei Priori, il Palazzo Pretorio, la Cattedrale, il Battistero e le mura del periodo comunale. Sono inoltre più di 20 secoli che a Volterra si lavora l’alabastro statuario, il bianco e traslucido materiale utilizzato per primo dagli etruschi per la produzione di urne cinerarie decorate, bassorilievi e statue di ogni genere.
Nota organizzativa della Gita
Orario di Partenza : 5.50 piazza Giotto e 6.00 piazza Guido Monaco (AR).
Rientro previsto entro le ore 20.30 circa (in tempo per la cena !).
La quota di partecipazione è fissata in € 20,00 soci adulti e 15,00 per i giovani (under 18 anni) comprensiva di Pullman, accompagnamento di guida naturalistica al mattino, fascicolo guida e cartografia editi appositamente dalla Sezione .
Non soci ammessi con supplemento di € 3,00 per assicurazione infortuni .
Iscrizioni a decorrere dal giorno 12 marzo 2010.
Pranzo: a scelta dei Soci sia nei tanti locali della città dove saremo entro le ore 13,00 oppure al sacco negli attrezzati parchi cittadini conservati entro le mura antiche (Foro romano-il Bastione o parco “E.Fiumi”).
Altimetria e difficoltà : Classificazione “E” in considerazione del dislivello . Infatti dopo 4 km di percorso in pianura in partenza, nei 4 km successivi saliremo per circa 400 metri (pendenza media 10 %) . Si fa rinvio al profilo altimetrico allegato.
L’abitato di Volterra è posto a circa 500 metri sul livello del mare e presenta numerosi vicoli e salite. Il dislivello complessivo potrà pertanto incrementarsi con una più completa escursione della città. Al pomeriggio è previsto il trasferimento (a piedi) di circa 2 km in leggera discesa fino alla zona della “necropoli delle Balze “, dove il pullman ci attenderà .
Equipaggiamento: si raccomandano idonee calzature in ragione delle mutevoli condizioni meteo. Idem dicasi per il restante abbigliamento e vestiario.
Direttore di Gita : Andrea Ghirardini
Alcune note sul percorso della vecchia Ferrovia Saline -Volterra
Quando, agli inizi del ‘900, venne aperta la linea ferroviaria Saline di Volterra – Volterra sembrò del tutto normale che l’importante cittadina, da sempre fulcro economico e politico dell’entroterra tirrenico, fosse raggiunta dal più moderno mezzo di trasporto dell’epoca. E per 50 anni i treni salirono alla città etrusca, fino a che, nel 1958, la linea venne chiusa e smantellata. Oggi, a ricordarla, sono rimasti la massicciata, i caselli, le stazioni e, soprattutto, gli anziani di Volterra, che ancora ricordano i mille rumori prodotti dal convoglio ferroviario nella ripida salita. Ma anche se oggi i treni non passano più, la massicciata ferroviaria è ancora un’ottima via di collegamento tra Saline e Volterra, utilizzabile soprattutto da amanti delle escursioni di stampo storico e naturalistico.
Chi giunge a Saline, magari sfruttando la linea ferroviaria che prende il via da Cecina, non può fare a meno di volgere lo sguardo sul lontano, dominante centro storico di Volterra. La sua raccolta sagoma si erge tra balze e calanchi e pare quasi impossibile che i convogli ferroviari, che oggi si fermano a Saline, un tempo proseguivano salendo fin lassù, quasi 500 metri più in alto. Pare impossibile perché le pendenze da superare non sono sicuramente quelle tipiche delle linee ferroviarie.
La costruzione di una ferrovia che da Saline salisse a Volterra necessitava di un attento lavoro di progettazione: se nel primo tratto, infatti, si poteva sfruttare la valletta creata dal Borro dei Canonici mantenendosi quasi in piano, giunti ai piedi della collina di Volterra era inevitabile far arrampicare i convogli lungo pendenze superiori al 10%. Un dislivello che si poteva vincere solo facendo uso di un sistema meccanico che solo da pochi anni era stato applicato ai sistemi ferroviari e che in Toscana era presente solo nel trenino turistico di Vallombrosa: la cremagliera. E’ questa una sorta di terzo binario centrale dentato sul quale fa presa una ruota, dentata anch’essa, posta in posizione centrale sul locomotore.
Quest’ultimo era progettato in maniera tale che la ruota dentata potesse essere inserita o disinserita tramite un comando azionabile dal macchinista. A questo punto i problemi tecnici sembravano superati e si diede quindi il via alla realizzazione, nel 1908, dell’opera ferroviaria. Il comune di Volterra stanziò una prima cifra che però apparve subito troppo modesta. Le spese, infatti, lievitarono enormemente, soprattutto quando, una volta arrivati sotto Volterra, ci si accorse che i binari dovevano compiere una curva troppo secca per giungere al luogo su cui stava nascendo la stazione, curva non percorribile dai convogli ferroviari. Si ricorse, così, ad una costosa variante, il cosiddetto "regresso".
Malgrado le spese e le difficoltà tecniche la ferrovia era terminata nel 1912, e veniva inaugurata il 12 settembre Moltissimi, nei decenni successivi, furono i suoi passeggeri, ma anche le merci trasportate, quali legname, carbone e alabastro. L’unico neo rimase la non elettrificazione della linea, cosa che rendeva particolarmente dispendiosa la sua gestione. L’arrivo del trasporto su gomma, veloce, sicuro e più economico, relegò progressivamente lo sbuffante treno a vapore ad un ruolo di comprimario: i passeggeri diminuirono e così le corse, fino a che, il 21 novembre 1958, la linea venne definitivamente chiusa e smantellata.
( Per ulteriori notizie consultare i siti : www.ferrovieabbandonate.it e www.greenwaysitalia.it )