ITINERARIO: Madonna dei Fornelli (798), Monte dei Cucchi (1138), Monte Poggiaccio (1196) Passo della Futa (903), Monte di Fò (764).
L'intera Via Degli Dei, o Sentiero degli Dei, che collega Bologna a Fiesole o Firenze- Ponte Mensola, lunga un centinaio di chilometri e ricostruita a partire dagli anni '90, passa in certi punti proprio sulle antiche pavimentazioni della strada militare romana “Flaminia minore” ancora esistenti, attraversando numerosi luoghi di interesse naturalistico, paesaggistico, storico-culturale.
La realizzazione dell'antica strada militare nel 187 a.C. con lo scopo di collegare Bonomia (Bologna) a Fiesole (Faesulae) fino ad Arretium (Arezzo), avvenne nello stesso anno in cui Marco Emilio Lepido tracciava quella che poi si chiamerà via Emilia, con l'intento di istituire una rete viaria che permettesse i collegamenti anche con Ariminun (Rimini) ed Arezzo.
Quando nel 187 a.C., due anni dopo la fondazione di Bologna, il Console Caio Flaminio venne inviato dal Senato di Roma a debellare le tribù dei Liguri Apuani e Mugelli che occupavano anche l'appennino Tosco-Emiliano, per penetrare nel loro territorio aspro e montagnoso utilizzò, probabilmente, la pista etrusca transappenninica che da Bologna arrivava a Fiesole. Tito Livio racconta nel XXXIX Libro della “Storia di Roma” che il Console C. Flaminio, dopo aver sconfitto i Liguri Apuani, fece costruire una strada da Bologna ad Arezzo. Parte della strada segue esattamente il crinale spartiacque tra Savena e Setta (BO) per proseguire verso il passo della Futa e scendere poi dolcemente fino al Mugello.
E' questo il tracciato più breve ed agevole per un collegamento a piedi tra Bologna e Fiesole che non presenta dislivelli rilevanti. E proprio percorrendo le creste di queste dorsali, Etruschi prima, per favorire i loro traffici commerciali e il loro dominio sulla Pianura Padana per almeno 4 secoli (VII-IV se. a.C.), Romani poi, e successivamente viandanti del Medioevo hanno valicato agevolmente l'appennino utilizzando tale primitiva via di comunicazione transappenninica.
Il tratto (sicuramente uno dei più interessanti) che noi andremo a percorrere insieme agli amici del CAI di Bologna e che non presenta alcuna difficoltà, inizia in territorio emiliano e termina, dopo circa otto ore di cammino ed aver toccato i 1200 metri, sul monte di Fo, in territorio toscano.
Varie e interessanti le località che attraverseremo:
Loc. Predosa. Questo nome deriva dall'esistenza di una casa colonica, abitata fino all'ultima guerra mondiale. Essa si trova sul percorso della mulattiera medioevale che si dirigeva in Toscana e che in questo punto ha ricalcato esattamente la strada glarea romana i cui resti sono visibili ai fianchi del sentiero.
Pian di Balestra. Il cui nome ha origini controverse ma quella più attendibile si deve far risalire all'epoca romana; ricorda infatti Tito Livio che nel 187 a.C. Le legioni di Marco Emilio Lepido e Caio Flaminio riportarono la vittoria decisiva contro i liguri sul “Mons Ballistam”, nel corso della campagna di guerra contro le popolazioni che occupavano l'Appennino Tosco-Emiliano. I recenti rinvenimenti della strada costruita da Caio Flaiano in questa località convalidano l'ipotesi.
Monte Bastione. Entrando in Toscana , sulla vetta del monte si intravede ancora, sotto la fitta vegetazione un vallo che alcuni dicono costruito nel XVII secolo nel corso delle guerre tra lo Stato Pontificio ed i Fiorentini. Altri ritengono che l'origine del vallo sia antichissima , addirittura risalente al VI – IV secolo a.C. e che fosse un “Castellare” costruito dalle tribù liguri che in quell'epoca erano insediate anche sull'appennino Tosco-Emiliano. Sulla cima del monte sono stati rinvenuti frammenti di materiale ceramico grezzo dell'VIII secolo a.C.. Tali ritrovamenti confermerebbero gli insediamenti dei Liguri su questa vette.
La Faggeta. Nome di un edificio rustico, costruito in tempi antichissimi probabilmente per scopi militari, nella quale località sono stati rinvenuti due acquedotti dei secoli XIV-XV realizzati in tubi di cotto e lastre rettangolari di arenaria per formare un condotto rudimentale attribuibile forse ad un'epoca ancora molto anteriore.
Piana degli Ossi. Questo nome fu dato dai contadini nei secoli scorsi a causa dei rinvenimenti, durante l'aratura del terreno, di numerosi frammenti di calcare, arrotondati dal tempo, tali da poter sembrare ossa; sono invece residui non combusti di un imponente impianto di sei fornaci per la produzione di calce viva di antichissima origine.
Monte Poggiaccio: dove si incontrano alcuni tratti di basolato romano (sulla destra), ma anche altri numerosi tratti di basolato romano di incontrano più avanti alle falde del Monte Castelluccio.
Passo della Futa. Dopo il decadimento e la scomparsa della strada romana, solo nel 1749 venne aperta la prima strada carrozzabile di collegamento fra Bologna e Firenze che valicava la Futa ove oggi passa la SS. 65. Poiché nel punto di valico imperversavano spesso, nelle stagioni invernali, bufere di vento, il Granduca di Toscana Leopoldo I fece costruire un lungo ed alto muraglione affinché i viandanti e le carrozze fossero protetti; tale muraglione è ancora oggi perfettamente conservato.
Il passo della Futa, poi, nell'ultima guerra mondiale è stato fortificato dalle armate tedesche per costruire un tratto della “Linea Gotica”. Nel 1955 fu stipulato fra la Repubblica Federale di Germania e l'Italia un accordo sulle sepolture di guerra. Nel cimitero monumentale del Passo della Futa, inaugurato nel 1969, riposano le salme di 30.000 soldati tedeschi.
– Partenza ore 6,00 da P.zza G. Monaco, ore 6,10 da Bar Giotto, rientro ore 19-20
– Lunghezza totale percorso Km 18 (veri!) tempo di percorrenza circa 8,00 ore circa compreso sosta per il pranzo.
– Grado di difficoltà E. (medio basso)
– Dislivello in salita m. 650 dislivello in discesa m. 616
– Quota di partecipazione: soci adulti Euro 15,00, soci giovani Euro 12,00
non soci adulti Euro 21,00, non soci giovani Euro 18,00
– Pranzo al sacco, in luogo da stabilire, previsto intorno alle 13
– In particolare dovranno essere indossate scarpe da trekking ed abbigliamento adeguati alla giornata (mantella antipioggia ecc.)
– Le iscrizioni si aprono il 17 marzo 2011
N.B. Il Direttore di gita e la Sezione sono esonerati da qualsiasi responsabilità per eventi e comportamenti derivanti da imprudenza, imperizia e negligenza durante lo svolgimento dell'escursione.
Direttore di gita: Isaldo Rossi
tel. 329/4278533