Inizio del percorso è il Colle del Telegrafo (513 m), una insellatura tra le alture che sovrastano l’antico borgo di Biassa, raggiungibile da La Spezia su strada asfaltata.
Dal Colle del Telegrafo una strada forestale, seguendo il crinale, in un paesaggio di macchia mediterranea, dove castagni e pini si alternano a cespugli di ginestre, conduce alla cappella di Sant’Antonio.
Il valico di Sant’Antonio rappresenta un importante crocevia di antichi percorsi risalenti all’età del bronzo, e già luogo di riti pagani, come testimonia anche la presenza di un menhir databile a quella era preistorica. Alcune enigmatiche incisioni rinvenute su pietre di arenaria avvalorano, inoltre la tesi secondo la quale questi luoghi siano stati oggetto di ripetute frequentazioni da parte dei marinai fenici.
Da qui alcuni sentieri scendono rapidamente al mare verso la costa di Tramonti (Trans Montes) e le località di Fossola, Monesteroli e Schiara. Itinerari percorsi per secoli dagli abitanti di Biassa per andare a coltivare i loro vigneti sulla costa “al di là del monte”.
Gli abitanti delle cinque terre non sono mai stati marinai, anzi il mare l’ hanno di solito tenuto dietro alla schiena, visto che la principale occupazione è sempre stata la coltivazione della vite, già da centinaia di anni.
Tramonti è un mondo fatto di pietre, pazientemente e sapientemente accatastate l’una sull’altra, a formare muri riempiti di una terra arida, dove vegetavano le viti, atte a procurare un seppur magro sostentamento alla gente di qui.
I secolari percorsi sono stati realizzati, pietra su pietra, per collegare la cresta dei monti al mare, in un continuo andirivieni verticale. I sentieri in orizzontale sono solamente segmenti di muri posti tra una proprietà e l’altra, fragili scorciatoie tra i “cian”, cioè tra una piana e l’altra.
Oggi che lavorare la vite è diventata un’occupazione secondaria, scarsamente redditizia, le piane più difficili da raggiungere sono abbandonate e completamente riconquistate dalla vegetazione naturale. L’acqua piovana, non più convogliata nei canali, scende rapida in torrenti che frantumano ciò che era stato costruito nei secoli precedenti.
E’ questo, senza ombra di dubbio, il paesaggio più selvaggio e suggestivo della costa ligure, e nello stesso tempo l’esempio più lampante di come tutto questo ambiente si regga su un sottile, e sempre più fragile equilibrio dinamico tra l’uomo e la natura.
Il sentiero CAI 4c dal Valico di Sant’Antonio scende lungo una scalinata in arenaria e tra boschi e terrazzamenti arriva alla Fossola, piccolo borgo raccolto attorno all’ oratorio dell’Angelo Custode.
La Fossola è raggiungibile anche dalla strada provinciale “litoranea” da un bivio posto subito dopo la galleria di Biassa.
Dalla chiesetta dell’Angelo Custode di Fossola si percorre uno dei tragitti più diretti e suggestivi della costa di Tramonti fino alla scalinata di Monesteroli. Il sentiero che si dispiega in piano tra gli antichi coltivi, è posto a mezza costa, ad una altezza di 250 metri su un antico tracciato soggetto a frane. Per questo anche se il percorso non è impegnativo, richiede comunque cautela.
Al mare si arriva da Monesteroli percorrendo, con molta attenzione, una monumentale scalinata di granito di 1815 gradini. La scala sembra precipitare, sospesa tra il cielo e una lingua di terra, fino ad assottigliarsi, ancora più ripida e faticosa, tanto che pare gettarsi direttamente sui rossi tetti delle “cantine” di Monesteroli per poi seguire il profilo della montagna e raggiungere il mare di fronte al grande scoglio del Montonào.
Monesteroli è il borgo più suggestivo della costa di Tramonti. Alla fine della lunga scalinata
il paese appare come un abbaglio.
Una leggenda racconta che, proprio qui, dove l’acqua del mare si mischia con l’acqua dolce di una falda posta nel cuore di una grotta, fosse approdato Menesteo, commilitone di Ulisse, da cui sarebbe derivato il nome Monesteroli. Più probabile invece che il nome derivi dalla sicura presenza nel luogo di alcuni monaci ivi trasferitisi dalla vicina Isola del Tino.
Risalita con calma la scalinata discesa, o quanto di essa, il percorso prosegue a mezza costa, verso la località di Schiara e in breve si raggiunge la “fontana di Nozzano”, una caratteristica fonte costruita dalle truppe napoleoniche.
Il sentiero risale dolcemente verso il crinale fino a raggiungere il paese di Campiglia, da cui si gode uno splendido panorama sul golfo di La Spezia e sulle Alpi Apuane.
A Campiglia, nei pressi del rifugio-ostello “Piccolo Blu”, effettueremo la sosta per consumare il pranzo al sacco, avvalendoci anche dei servizi offerti da quella struttura.
Da Campiglia il sentiero torna a percorrere il versante di ponente in direzione del Muzzerone, località molto nota ai climbers per le numerose vie di arrampicata tracciate sulle rocce a picco sul mare.
Prosegue quindi una tranquilla discesa verso Portovenere dove avrà termine l’escursione.
Compatibilmente con l’orario, si potrà visitare l’antico borgo di Portovenere. Il Portus Veneris già citato da Plinio e annoverato negli itinerari marittimi romani. Fino al XV secolo fu l’ultimo fedele baluardo della Repubblica di Genova contro l’espansione della rivale Pisa, padrona dell’antistante Lerici. Portovenere ancora oggi incanta i visitatori con il suo fronte compatto di “case fortezza” dipinte a colori vivaci, con i suoi caratteristici “carugi” che ne attraversano il centro, con il suo poderoso castello e la meravigliosa chiesetta di San Pietro, arroccata in punta ad un promontorio roccioso a picco sul mare.
Alle ore 18,00 raggiungeremo il parcheggio dove si troverà l’autobus per il rientro ad Arezzo previsto per le ore 21,00 circa.
Partenza da Arezzo, in autobus, al mattino alle ore 5,30 da Piazza Giotto e alle ore 5,45 dal piazzale antistante il Palazzetto dello Sport delle Caselle.
Arrivo al colle del Telegrafo, Biassa (SP) e inizio escursione previsto per le ore 9,00 circa.
Rientro ad Arezzo ore 21,00 circa.
Dislivello: circa 300 m in salita e 600 m in discesa (esclusa la scalinata di Monesteroli).
Tempo di percorrenza previsto: 8,00 ore escluse le soste.
Difficoltà: E escursionisti e a tratti EE escursionisti esperti
Attrezzatura necessaria: Normale abbigliamento da trekking, calzature adeguate al percorso.
Quota di partecipazione: Euro 30,00 Soci ed Euro 37,00 Non Soci
Apertura delle iscrizioni, presso sede CAI Arezzo, da giovedì 12 aprile 2012.
Chiusura delle iscrizioni giovedì 17 maggio 2012.
La gita si effettuerà da un minimo di 24 a un massimo di 30 partecipanti.
Data la particolarità del percorso, in caso di maltempo con pioggia, la gita verrà annullata.
Direttori Gita: Grassellini Rosanna ( 338 6197020 )
Borgogni Maria Grazia ( 339 3914622 )
La Sezione ed il Direttore di gita declinano ogni responsabilità per eventuali danni a persone e cose derivati dalla inottemperanza o negligenza dei singoli partecipanti verso le disposizioni ricevute durante lo svolgimento della gita.