13 giugno 2010 VIA FRANCIGENA
Passo della Cisa – Pontremoli
L’escursione ripercorre i tratti storici della celebre via Francigena che dalla lontana Inghilterra attraverso la Francia conduceva, traversate Alpi ed Appennino, alla Roma dei Papi. Come Sezione dopo aver più volte seguito i selciati della Francigena (ricordo Val d’Orcia e Acquapendente-Bolsena-Viterbo in 2 tappe (qualche anno fa) questa volta percorreremo l’inizio del tratto toscano, che dalla Cisa scende a Pontremoli. Un percorso che nel 2009 è stato rilanciato con nuova segnaletica da parte della regione Toscana.
Dal Passo della Cisa si arriva su sentieri al Passo del Righetto dove, incrociata la statale,inizia una ripida e impegnativa discesa fino a Groppoli. Una lunga salita, dopo aver attraversato i borghi di Groppodalosio, Casalina e Topelecca, porta al Passo della Crocetta. Da qui una mulattiera scende fino ad Arzengio ed in breve si raggiunge l'affascinante Pontremoli, sorta tra due corsi d'acqua e caratterizzata dal gran numero di ponti. In questa tappa non sono presenti tratti pericolosi in promiscuità con il traffico.
* Saremo accompagnati da amici della Sezione Cai di Pontremoli.
L’intero percorso come si vede presenta una lunghezza tale che richiede oltre 5 ore di cammino, considerando che per 3/5 si presenta in discesa tra mulattiere in parte selciate e comunque costeggiate spesso da muri in pietra .
La gita come facile immaginare, richiede una piccola levataccia, che consentirà al gruppo anche una sosta per il caffè all’Autogrill di Montecatini e sicuramente di anticipare il traffico dei fiorentini diretti al mare….
Lunghezza Totale (km): 19.4 Tempo di percorrenza a piedi (ore. min): 5,40
Dislivello in salita (m): 527 Dislivello in discesa (m): 1327
Quota massima (m): 1108 Difficoltà: EE (per la lunghezza complessiva)
Strade: 16% Strade sterrate e carrarecce: 29% Mulattiere e sentieri: 55%
(in caso di meteo avverso il percorso può essere abbreviato)
ORARI: Partenza da Arezzo con Bus Sita : Piazza Giotto ……. ore 5,00
Piazza G.Monaco….ore 5. 10
Rientro previsto per le ore 22,30
Quota di partecipazione :
Soci 22,00 €,
Non soci 27,00€,
Giovani 19,00€,
( la gita verrà effettuata con un minimo di 35 e max 52 partecipanti) .
Iscrizioni a decorrere dal 25 maggio e comunque entro l’8 giugno pv.
Direttore di Gita : Raul De Sanctis
“VOCABOLARIO MINIMO” DEI LUOGHI
LE MAESTÀ: sicuramente la costante artistica tipica di questo percorso, nonché ulteriore testimonianza dei traffici che si svolgevano su di esso, è la “Maestà”. Si tratta di una lastra di marmo bianco di Carrara, scolpita con soggetti religiosi vari, che il viaggiatore incontra nei luoghi più diversi di qua e di là del Passo della Cisa. Segno di devozione popolare, la si ritrova principalmente murata sulle case o sopra le fontane; ma sovente anche in piccole edicole di pietra isolate lungo i sentieri o nei campi. Queste formelle venivano realizzate da scalpellini girovaghi, secondo le richieste dei committenti, partendo da lastre già in parte sbozzate e quindi rifinite sul posto.
I BORGHI : Lungo il percorso si incontra il suggestivo borgo di Groppoli, impreziosito da “maestà” ed esempi di architettura rurale, che precede l’impegnativo guado del Torrente Civasola (ora messo in sicurezza con la posa di una fune di sostegno); poi si risale verso il borgo di Previde, con peculiarità simili a Groppoli ed infine a Groppodalosio Inferiore. Qui, dopo aver attraversato il borgo, si supera il fiume Magra attraverso lo splendido ponte in pietra, ad arcata unica, risalente al Trecento e si entra in un castagneto. Si segue il sentiero segnalato per giungere a Casalina, dove si possono ammirare diversi esempi di “maestà” e, superato il paese, un antico mulino ad acqua (da un apertura a destra si possono vedere anche le pale della ruota). Superato il cimitero si raggiunge Topelecca per strada sterrata, attraversando due fossi su altrettanti ponti in pietra di buona fattura.
I PONTI: superare i corsi d’acqua è da sempre uno dei problemi principali per chi viaggia, ma non sempre c’è la possibilità di guadare e allora l’abilità dell’uomo (spesso aiutato dal diavolo!!) ha permesso la costruzione di manufatti, anche molto arditi, per consentire il transito. Moltissimi saranno i ponti, anche storici, che il viaggiatore incontrerà nel cammino. Il ponte dopo Groppodalosio Inferiore è un bellissimo esempio medioevale di ponte “a schiena d’asino” cioè un ponte ad arco unico che, partendo da strutture massicce sulle due rive, prosegue obliquamente verso il centro e verso l’alto fino ad incontrarsi ad un livello più elevato rispetto ai punti di partenza.
I PANORAMI Superato il paese di Topelecca si sale sempre per sentiero, attraversando un altro bel ponte sul torrente Borgese, ed arrivando infine al Passo della Crocetta. Da questo luogo si gode un panorama mozzafiato sulla Lunigiana e sulla strada che ancora aspetta il viaggiatore. Inoltre qui si trova una piccola cappelletta impreziosita da una “maestà” che funziona come punto d’arrivo dell’impegnativa Via Crucis che sale da Arzengio. La si segue al contrario in discesa e, fin da subito, si nota la buona qualità della massicciata che favorisce il cammino ed ovviamente le croci con rilievi bronzei che segnalano le stazioni della Via Crucis. Giunti ad Arzengio si possono apprezzare alcune belle “maestà”, poi si scende per sentiero e per strada asfaltata sino a ricongiungersi alla Statale della Cisa presso un vecchio ospedale; la si imbocca a sinistra e si percorrono poche centinaia di metri, infine la si abbandona per prendere la via originale lastricata che, attraverso l’ingresso di Porta Parma, immette nel cuore antico della città di Pontremoli sotto l’occhio vigile del Castello del Piagnaro.
PONTREMOLI: la Puntremel di Sigerico, la città del Premio Bancarella, ma soprattutto la città delle misteriose statue-stele, conservate nel museo che valorizza ulteriormente l’antica fortezza del Piagnaro; costruita intorno al Mille in posizione strategica. Pontremoli vanta anche un ricco centro storico fatto di torri, di chiese e soprattutto di ponti, a ricordare l’importanza viaria di questa città che, ovviamente, era ricca anche di luoghi di sosta per pellegrini e viaggiatori in genere. Simbolo del pellegrinaggio un Labirinto scolpito nell’arenaria (XII sec.) conservato nella chiesa di San Pietro.