Sabato 13 e Domenica 14 ottobre 2012 Sentiero degli Alpini – Monte Pietravecchia e Monte Toraggio – (ALPI LIGURI)

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Programma:

Sabato :  partenza da Arezzo alle ore 7 da Piazza Giotto e alle ore 7,15 dal Palasport Le Caselle.  Arrivo al paese di Triora e visita previsti per le ore  15.00: 
Il Nome Triora, deve la sua origine al latino <<tria ora>>, ovvero tre bocche: quelle del Cerbero rappresentato nello stemma. Secondo alcuni indica i tre fiumi alla cui confluenza si trova il territorio, secondo altri i tre prodotti principali (grano, castagna e vite) su cui si basava la sua economia.
"Accovacciata sui gradini d'ardesia di una casa-torre, una ragazza, avvolta in una calda mantella di lana…": viene in mente, passeggiando per Triora, il racconto di I. E. Ferrario ambientato in questo millenario borgo della splendida Valle Argentina, che fu teatro nel XVI secolo di uno dei più famosi processi alle streghe.
Il vecchio borgo, per quanto in parte spopolato e ancora segnato dalle distruzioni operate dai tedeschi nel 1944, conserva un notevole fascino.
E ora che sono iniziate le ricostruzioni dei  palazzi che ne hanno fatto la storia (Capponi, Borelli e Stella), una nuova fase potrebbe aprirsi per il paese. Provate ad osservarne il profilo, di sera, dalla terrazza dell'albergo Colomba d'Oro. Se poi c'è la luna piena, la magia è assicurata.
A proposito di magia, molti sono i luoghi che sprigionano un senso ineffabile di mistero, un'adesione alle forze della natura.
La Cabotina innanzitutto, perché vedendone i ruderi non si può fare a meno di pensare a cosa succedeva lì dentro, al motivo che spingeva ragazze e  donne di Triora a recarsi lì dopo l'Ave Maria o a notte inoltrata.
Oppure si può salire al Monte delle Forche, un posto così bello dove doveva essere spiacevole morire guardando Triora dall'alto (qui, si racconta, cresceva la mandragora dal seme degli impiccati: una pianta da cui le bagiue ricavavano filtri per prolungare l'atto sessuale).
O ancora, si può salire al cimitero, "simile a un fortilizio destinato all'ultima difesa", ha scritto Bacchelli, perché ricavato dentro una delle cinque fortezze del luogo.
Passeggiare per il borgo, inoltrarsi dentro i carruggi, sotto volte e archi scavati nella roccia, negli antri scuri di case diroccate, è come tornare indietro nel tempo. Una sorta di sbigottimento medievale prende a percorrere tenebrosi portici, oscuri angiporti, gradinate, strade catacombali annerite dal fumo di secoli, da incendi saraceni o dal tritolo nazista. Riemergere al sole e alla luce brillante della Valle Argentina, è quasi una liberazione.    
Un'altra meraviglia a Triora sono i portali, da quello gotico (sec. XII) della Collegiata, a quelli dei palazzotti nobili, con i simboli delle casate discalpellati nel periodo post-rivoluzionario francese, con le architravi scolpite, i marmi abrasi, i bassorilievi su pietra nera o ardesia, e le sculture più affascinanti: agnelli mistici, monogrammi di Gesù, Annunciazioni, stemmi, addirittura, in una sovrapporta, un vegliardo con barba e, sul muro della parrocchia, un frate che tiene fra le dita della mano occhiali a molla. E' tutto un occhieggiare di segni del passato, di presenze sparite, di blasoni distrutti, di passi antichi che risuonano sul selciato di pietre levigate dall'uso. 
Tra le emergenze architettoniche figurano: la Collegiata con il campanile tardo-gotico e con i suoi numerosi tesori, tra cui un Battesimo di Cristo del pittore senese Taddeo di Bartolo (1397) e un quadro su tavola del genovese Luca Cambiaso (sec. XVI); l'Oratorio di S. Giovanni Battista con una statua lignea di Antonio Maragliano, scultore attivo tra XVII e XVIII sec.; la Chiesa campestre di S. Bernardino, dichiarata monumento nazionale, sorta nel sec. XII.
La chiesa custodisce affreschi del sec. XV, tra cui un Giudizio Universale particolarmente realistico, attribuiti in parte al sacerdote di Pinerolo Giovanni Canavesio.
Da vedere infine le fontane tagliate nella pietra viva e i ruderi dell'antico Castello costruito dai Genovesi nel sec. XIII per la difesa dei propri confini.
Terminata la visita, partenza per il rifugio dove ceneremo e pernotteremo.
 
Domenica :
Rifugio Allavena – Sentiero degli Alpini – Rifugio Allavena:  
L’emozionante percorso ad anello dei monti Toraggio (m 1973) e Pietravecchia (m 2038) inizia con partenza dal rifugio Allavena al Colle della Melosa. Si prosegue in salita sulla strada sterrata ex militare verso N fino al tornante della Fontana Itala dove s’abbandona la strada per un sentiero sulla sn e si entra nel bosco di larici alternati a prati di rododendri con andamento discendente fino alla sorgente S. Martino (m 1500) (possibile avvistamento di camosci). Si sale sino ad un punto panoramico (m 1650) e successivamente il sentiero con un percorso a saliscendi raggiunge la Gola dell’Incisa (m 1458). Qui sono visibili le splendide stratificazioni rocciose dei contrafforti del Monte Pietravecchia ed un’ampia visione sulla Val Nervia. Il “sentiero degli alpini” compie numerosi tornanti sul contrafforte meridionale del Monte Toraggio con percorso molto ardito scavato nella roccia con esposizioni vertiginose che hanno reso necessario la posa in opera di cavi metallici. Raggiunti i prati meridionali del Monte Toraggio, si risale verso N con qualche tornante fino alla Fonte Dragurina (m 1821). Di lì per divertenti roccette si sale alla vetta del monte (m 1973). La discesa avviene a W ritornando alla Fonte Dragurina e percorrendo un facile e comodo sentiero sui versanti occidentali (Francia) dei due monti tra larici secolari si raggiunge la parte sommitale della Gola dell’Incisa (m 1684) per risalire poi nella stessa direzione attraverso una zona di magnifiche fioriture d’endemismi locali al Passo della Valletta (m 1900) da dove, piegando a dx, si scende direttamente al Rifugio Allavena, ripercorrendo ancora un tratto del “Sentiero degli Alpini”. Ristoro e partenza per il rientro ad Arezzo previsto in tarda serata.
Tempo di percorrenza:  ore 7:00-8:00 ore comprese soste.  Dislivelli   ↑ 986     ↓ 1022   Difficoltà EEA
 
Video:
 
Difficoltà escursione:
il percorso e segnalato come EEA,  (consigliato imbraco casco e kit ferrata). Durante lo svolgimento del sopralluogo, comunque,  non si sono accertate particolari difficoltà da obbligare l’uso dell’attrezzatura che è comunque consigliato avere in zaino.
Abbigliamento: Scarponi da montagna o da trekking, giacca a vento e/o antipioggia e comunque di tipo montano e adeguato alla stagione.
Pranzo: Al sacco per due gg. Per la domenica, sarà possibile ordinare dei panini al gestore del rifugio che sono esclusi dal costo gita. 
Si consiglia: portare almeno un litro d’acqua a testa, anche se nel percorso troveremo una sorgente.
Alloggio: Sacco letto o sacco lenzuolo e/o sacco a pelo (disponibilità di 2 coperte x letto).
Eventuale accensione di riscaldamento, prevede un contributo extra di circa € 3,50.
Docce a gettone distribuiti dal gestore.
Cena del sabato con bevande escluse e colazione della domenica.
(Rifugio Allavena del CAI di Bordighera – Colla Melosa, 18037 Pigna (IM) tel: +39 0184 241155 cell: +39 347 4986490 – Gestore Alfredo)
Riferimenti internet:
http://www.borghitalia.it/html/borgo_it.php?codice_borgo=123
http://www.escursioniliguria.it/schede_monti/m_toraggio_pietravecchia.htm
 
Quota di partecipazione: euro 105,00 per i soci CAI ed euro 119,00 per i non soci e comprende il costo del viaggio e della mezza pensione presso il Rifugio.
 
Iscrizioni: presso la Sede CAI da Martedì 18 Settembre accompagnate da una caparra di euro 60,00. 
Chiusura delle iscrizioni Martedì 9 Ottobre .
Entro tale data dovrà essere versato il saldo (euro 45 per i soci e euro 59 per i non soci)
 
La gita si effettuerà con un minimo di 20 e un massimo di 25 partecipanti.
 
Direttore di Gita:  Renato Caneschi (cell. 3394355980)
 
La sezione e i capogita non assumono alcuna responsabilità per eventuali danni a cose o persone comunque riconducibili a comportamenti di insubordinazione o negligenza  da parte dei partecipanti alla gita.
 
Allegato: cartina (clicca per ingrandire)