Il 23 e 24 febbraio rimarrà per me un weekend di un fantastico di inizio 2019, che sancisce il vero inizio di avvicinamento alla montagna in termini alpinistici.
Così quasi per scherzo, ma non perché si possa scherzare con le “mitiche” Apuane, mi iscrivo alla gita di sezione, Pensando di passare un bel fine settimana all’aria aperta, insieme ad un po’ di persone a me sconosciute.
Mi ritrovo per fortuna fin dalle 6:00 di mattina in un gruppo compatto di persone più esperte di me e lige alle regole del gruppo prima e della montagna poi. Primo esempio di regola del gruppo: rispetto del gruppo e quindi dell’orario di partenza… alle 6:08 rischio di essere lasciata a casa da Omar, ma grazie al cielo aspettata da Andrea. Seconda regola del gruppo: condivisione.. e così alle 13:00 ci troviamo in vetta al Monte Corchia a mangiare pane fresco e sambudelli, gentilmente offerti da Gilberto, come se fossimo, invece che a 1826 mt, tutti comodi a casa davanti ad una tavola ed un camino.
Primo esempio invece di regola della montagna: in Apuane farsi guidare e raccontare di come quelle montagne “parlino”, da persone ancora più esperte dei già esperti organizzatori, Scarpellini e Agnolucci ; ed eccoci che ci guida il medico Alessandrini, che alla veneranda età di uomo ormai in pensione ha dato a tutti pappa e cena, ma soprattutto mi ha trasmesso UN Rispetto fondamentale per quell'”amica” Roccia e quell’ “amica” Neve che così tanto fanno divertire i “Novellini” come me, ma con le quali non si scherza affatto, ma se ne apprezza ad ogni picconata/ ramponata il contatto, la forza e la maestosità dello spettacolo che solo il cuore, prima degli occhi, può cogliere.
Fatta quindi la salita nord del Monte Corchia prendiamo la normale al Corchia e ci troviamo al Rifugio del Freo… che sempre per i navigati dell’ alpinismo forse rappresenta un rifugio, ma per me si è dimostrato IL Rifugio dell’Alpinista, caratterizzato da isolamento telefonico, no corrente elettrica (fatta eccezione dalle 18 alle 22), una sola grande camerata, una sola piccola stufa… il pomeriggio di sabato passato al rifugio a ripassare nodi e a fare simulazione di cordate, insieme al tè caldo per scaldarci, alla birra per continuare a scaldarci e ai 1000 racconti
di avventure singole e di gruppo passate. Mi hanno fatto proprio sentire UNA DEL GRUPPO… e che bel
gruppo!
Domenica poi sveglia tutti alle 6:15 di buon umore e subito ho collegato il bello della Camerata unica e mi sono anche scordata la nottata alquanto freschina e scomoda per me. Si riparte alla volta della salita normale Piana della crife da Mosceta e qui oltre al Panorama magnifico che si poteva vedere dalla cresta più alta, tutte le emozioni sono esplose più forti perché ero arrivata in cima, in cima quella montagna che ha tanto fascino quanto senso di onnipotenza e rispetto porta con sé. Tempo di tirare il fiato e giù per la discesa Vallone dell’inferno e borro Canala, forse la discesa è stata più faticosa della salita a causa del mio passo incerto, forse già una parte dell’ adrenalina era andata, ma anche qui se Omar, Andrea e Alessandrini non avessero aspettato “le inesperte” come me e non mi avessero sempre detto una buona parola tecnica, non me la sarei goduta così tanto. Quindi che dire? Non vedo l’ora di ripartire e grazie a tutti!
Valeria Gamberi