QUEL SAN FRANCESCO MI SA CHE LA SAPEVA LUNGA…
Suona la sveglia, ma come? È domenica! Voglio dormire!
Poi realizzo che oggi è in programma la passeggiata da Pieve Santo Stefano al Santuario della Verna, sulle orme del Santo… Yawn! Ma alla fine dai, posso trovare la volontà di andare… perché se invece rimanessi a poltrire nel letto, poi mi prenderebbero degli enormi sensi di colpa!
E così, ore 9.30, mi trovo in mezzo a tante facce sconosciute, davanti all’Hotel Santo Stefano, che nessuno conosce con questo nome, perché è molto più noto il Ristorante Il Portico, ospitato nello stesso edificio.
Ad un tratto, vedo il mitico Renato che tiene banco circondato da altri soci che non ho mai visto, ma tanto in queste occasioni si fa amicizia facilmente.
Pronti, via! Iniziamo la salita verso il Santuario.
Dopo poche centinaia di metri incontriamo l’Osteria dei Fratelli Ferroni e le promettiamo di tornare in tempo per merenda.
La salita prosegue lungo il pendio asfaltato; tra scherzi e risate la fatica non si fa sentire… e poi, all’improvviso, ecco che spunta in mezzo alle fronde un paesello da cartolina: Mignano.
Tutti si fermano a fare foto artistiche, con le antiche mura come sfondo ed io sorrido, tra me e me, pensando a cosa possano rappresentare quelle “quattro case” mezze abbandonate agli occhi dei miei compagni di viaggio… e per me, che ci sono nata e cresciuta accanto, e che forse non avevo mai visto così da vicino…
Ancora un tratto di salita in un’ampia strada ricoperta di sassolini e ci troviamo nel centro di quel paesello che fino a poco prima ammiravamo da lontano.
Da vicino è tutto più autentico, ringraziamo chi ha restaurato gli edifici e installato le insegne, che sono utilizzate anche per la graziosa rievocazione storica che si tiene ogni anno nel mese di Luglio.
Dopo una piccola pausa e qualche chiacchiera con un artista del luogo e il suo enorme cagnolone bianco, ripartiamo alla volta di Montalone, dove ci aspetta Ivo, dentro il suo storico bar.
Questo tratto del percorso sale piuttosto dolcemente e forse un’altra pausa non sarebbe necessaria, ma non possiamo resistere al caffè servito nel bicchiere di vetro come a casa della nonna!
Dopo esserci rifocillati a dovere, ripartiamo in direzione del Santuario della Verna.
Un breve tratto di asfalto ci richiede di proseguire in fila indiana come a scuola, ma presto si svolta a sinistra e ci rituffiamo in mezzo alla natura.
Ma come? Si scende? Non è giusto! Con tutta la fatica fatta fino a questo momento per salire… ed invece è vero, si scende, fino in fondo alla valle, dove ci aspetta il divertente guado del fiume Singerna.
Il momento viene immortalato da gran parte della comitiva, sperando in un rocambolesco capitombolo di qualche malcapitato… ma le attese comiche non vengono soddisfatte, perché con grandi gesta atletiche tutta la comitiva oltrepassa il fiume!
Si riprende quindi la salita, piuttosto ripida, per ritornare all’altezza della strada asfaltata.
Qui incontriamo il piccolo centro abitato di Compito e troviamo ad attenderci un signore molto simpatico, che ci ammonisce: “Lo so io da dove venite, vi ho visto stamattina davanti al ristorante! Su che siete quasi arrivati e proprio lì dietro di voi c’è la fonte con l’acqua santa! Vedrete come filate veloci se la bevete!”
Tra le risate generali, compare anche la moglie, con la pannuccia, probabilmente intenta fino a pochi istanti prima a cucinare il pranzo e attratta all’esterno dalla nostra presenza: “Oh ma quanti siete! Se me lo dicevate prima, vi preparavo due tagliatelle!”
Chi si somiglia, si piglia!
Ringraziamo la signora, con la promessa di approfittare dell’invito la prossima volta e proseguiamo il nostro cammino.
L’ultimo tratto di mulattiera che alterna panorami di natura incontaminata e passaggi nel bosco ci introduce all’ambiente mistico, silenzioso e spirituale del Santuario.
Gli ultimi passi si svolgono in un rispettoso silenzio, per paura di poter disturbare quell’atmosfera.
Il Santuario della Verna è un luogo veramente splendido, che infonde serenità e pace a tutti i suoi pellegrini, noi compresi.
Dopo qualche ora in contemplazione, il capogita ci richiama all’ordine.
È arrivata la navetta! Si ritorna a Pieve, senza sforzo…
E possiamo così impiegare le ultime energie per mantenere la promessa fatta al mattino: i prosciutti, i salami e la finocchiona sono lì dal Ferroni che ci aspettano, con il pane ovviamente ed un goccino di vino!
Alice Tanguenza