Il 25 gennaio siamo partiti per la prima escursione del 2015 (fatta eccezione per la vacanza neve a Tarvisio).
È stata un’uscita di tutto riposo, con un dislivello di soli 340 metri, ma che ci ha portati su un incredibile balcone naturale con una vista circolare che abbracciava tutto il territorio circostante: dal Subasio ai Sibillini, dal Bacugno e Coscerno al Tezio, dai Martani alla Valle Umbra e alla Valnerina.
Freddo e vento, ma anche qualche pendio soleggiato e riparato. Poca la gente incontrata, anzi, a dire il vero pochissima, validamente sostituita da un gruppetto di bovini al pascolo completo di torelli ancora giovani, ma di belle speranze, proprio belle.
Durante il ritorno, sulla sterrata che ci riportava alle auto siamo stati sorpassati da un plotone di crossisti, per la verità anche ben educati, che hanno cercato di aggirare le pozze sulla strada senza impillaccherarci.
Nel pomeriggio visita alla città del Festival dei Due Mondi, iniziata con la salita alla Fortezza voluta dal cardinale Albornoz mediante la scala mobile.
La scala mobile (la cosiddetta mobilità alternativa!) che nel suo ultimo tratto è abbellita da foto d’epoca ritraenti il Maestro Menotti, Fellini, Edoardo De Filippo, Carla Fracci e molte altre personalità della Cultura e dell’Arte, mentre nel primo è chiusa a nord da un’opera in legno raffigurante una macchina da assedio in ricordo della presa della città da parte del Barbarossa nel 1155. Spoleto fu messa a sacco perché l’imperatore aveva imposto il pagamento di un tributo e la città aveva pagato la somma, ma in lire anziché in euro.
Dopo la Fortezza visita al Ponte delle Torri con breve passeggiata sul ponte medesimo e visita del Centro Storico, della Cattedrale dedicata a S. Maria Assunta, con la facciata romanica abbellita da un grandioso mosaico e preceduta da un portico rinascimentale, al cui interno è visibile un complesso di affreschi opera di Filippo Lippi con la vita di Maria culminante con l’Assunzione.
Abbiamo anche visto la Cappella Eroli con affreschi del Pinturicchio (non è la sua opera migliore) e la Cappella della Santissima Icona che si vuole donata alla città dal Barbarossa come segno di riconciliazione. Forse è stato un modo piuttosto sbrigativo di risarcire i danni ad una città praticamente rasa al suolo, ma se gli spoletini si fossero messi ad andare per via giudiziaria, tra ricorsi, appelli e decorrenze di termini, la questione sarebbe forse ancora aperta!
È nato allora il detto “pochi, maledetti e subito!”.
Raul