Domenica 15 Dicembre 2013 il gruppo sci escursionismo del CAI di Arezzo ha tenuto la prima uscita stagionale.
Il calendario prevedeva una gita all’interno del Parco delle Foreste Casentinesi, e così è stato, pur con condizioni di neve non ottimali ma godendo dell’ambiente sempre generoso, di neve e non solo, che la nostra montagna sa offrire. Partendo dalla strada che conduce al rifugio CAI Città di Forlì ci siamo addentrati nella foresta per i sentieri che conducono al crinale per poi raggiungere il Monte Falco, discesa dal sentiero del Lupo fino al parcheggio di Fangacci e poi su di nuovo a riprendere il crinale e gran finale ai prati della Burraia fino a scendere al rifugio Città di Forlì. Salire per il bosco che conduce al sentiero 00 di crinale in questi giorni significa provare il piacere di lasciare le proprie tracce sull’unica neve ancora intatta che dopo l’unica nevicata ormai risalente a Novembre si può trovare ormai solo tra i faggi
Arrivati al crinale la bella giornata di sole permette di allargare l’orizzonte dal fondovalle casentinese all’area fiorentina e ai pendii della Romagna, ma soprattutto il percorso diventa ben più battuto ed evidente lasciando spazio a sali- scendi tra dossi di neve.
La vetta del Monte Falco (massima quota di tutta l’area a 1658m)
è sempre crocevia di viandanti e sciatori di vario tipo, incontri inaspettati e ritrovi con personaggi non del tutto sconosciuti.. in questo caso con i cugini del gruppo scialpinistico in esercitazione da cui si unisce a noi il loro miglior rappresentante che, con il suo stile unico e un po’ personale, ci scorta fin sulle prime rampe scoscese del sentiero del Lupo regalandoci rari attimi fuggenti della sua presenza e dando ulteriore lustro alla già raggiante giornata
Lasciata alle spalle la sosta in vetta e l’incontro con i cercatori dell’ARTVA perduta, si fa rotta quindi verso la picchiata nel canalone del Lupo, che tra una derapata, uno spazzaneve, una scaletta, un salto di fosso e vari contatti con la neve con più parti del corpo, ci conduce in fondo al pianoro di Piancancelli dove recuperati tutti i componenti del gruppo anche i più attardati, si percorre a ritroso la pista da fondo fino agli impianti e al rifugio La Capanna.
Dato l’orario ancora mattutino molto meglio tornare in alto a godersi il pranzo, armandosi di fiato via di nuovo in salita sul crinale fino ai grandi prati spazzati dal vento che conducono al rifugio città di Forlì dove si darà sfogo a tutti gli istinti famelici e, grazie a dolci e bombardini validissimi, anche a quelli calorici.
La rilassatezza però a questo punto prende il sopravvento e prima che sia troppo tardi meglio rimettersi in moto, le luci ormai del resto rendono il panorama sufficientemente suggestivo da far affrontare ancora una salita prima di volgere gli sci finalmente sulla strada del ritorno.
La discesa che dal rifugio porta alla strada d’inverno diventa una bella volata tra le curve del bosco, ma data la neve ormai vecchia, ghiacciata, battuta e calpestata da uomini, trattori e ciaspolatori (in ordine di dannosità) si trasforma in una finale prova di forza e abilità (per chi ne ha e ne ha i mezzi) da tirare fuori per condurre in fondo l’impresa senza che una buca ghiacciata, un cumulo o un rametto facciano prendere agli sci una direzione arbitraria.. Magari più godibile in altre condizioni ma degno finale prima dell’ultima fermata.
Prossimi appuntamenti la gita nelle Dolomiti Bellunesi (2/6 gennaio) e a seguire il fine settimana ai Monti Sibillini (18/19 gennaio).
– Federico Bartolucci, Paolo Bini