Il Triangolo Lariano o Penisola Lariana è la parte di terra compresa fra i due rami del Lago di Como, detto anche “Lario”, da cui il nome del triangolo. Occupato da rilievi montuosi prealpini, che culminano col Monte San Primo (1.686 metri), è tagliato in senso verticale dal solco della Valassina (o Vallassina), entro cui scorre il primo tratto del fiume Lambro. È collegato con il resto del mondo da cinque istmi: l’istmo di Tavernerio, l’istmo di Vill’Albese, l’istmo della Gallarana, l’istmo di Suello e l’istmo di Malgrate.
Il triangolo Lariano si estende come una penisola incuneata tra i due rami del Lario, limitata, quasi, dalle loro acque e chiusa, alla base, dai laghi briantei di Alserio e di Eupilio/Pusiano. Il territorio lariano possiede un’ammirevole varietà paesaggistica: per il villeggiante che provenga dal caos cittadino, dopo pochi chilometri in auto o in treno, la penisola lariana è oasi di relax, con i suoi trentun comuni, dal più grande, la città di Erba, ai più piccoli, con meno di trecento residenti, quali Rezzago, Veleso e Zelbio. Un capitolo a parte deve essere dedicato a Bellagio, la Perla del Lario, con il suo panorama, descritto dal milanese Stendhal come uno dei più belli al mondo, con le ville ricche di storia e di arte e con il borgo che richiama un turismo internazionale d’elite. Il Triangolo lariano fu anticamente sede di pievi, liberi comuni e comunità, e con Civenna parte dell’omonima contea, posta sotto la potestà dell’abate del monastero di Sant’Ambrogio di Milano. Un “soavissimo giogo” che si estendeva anche alla confinante Limonta e alla lontana Campione, terminato solo alla fine del XVIII secolo con l’arrivo dei francesi di Napoleone. I resti di castelli e torri, i campanili romanici, lo scavo della villa romana di Schieppo, a Ponte Lambro, i massi avelli di Torno, sono il segno della storia e consentono la riscoperta delle radici culturali lombarde. Il territorio sembra infatti un luogo ideale, nato per ispirare il pennello di un pittore o la penna di un poeta: e in effetti furono molti nei secoli gli artisti che trovarono qui modo di interpretare con la propria arte i colori, i suoni e i ritmi di un mondo semplice, schietto e profondamente vero.
COMUNE DI CANZO
Il territorio Comunale di Canzo, insediato allo sbocco della Valassina, è un caratteristico paese con la presenza sia di rilievi prealpini, sia da acque lacustri (Lago del Segrino) e sia da acque fluviali (Fiume Lambro). Canzo, insieme al Comune di Asso, funge da bacino di raccolta delle necessità della popolazione di tutta la vallata. Nel territorio canzese ha la propria sede anche la Comunità Montana del Triangolo Lariano che pone in essere interventi di tutela, conservazione, valorizzazione e potenziamento del territorio e delle sue peculiarità. Canzo è una moderna e graziosa cittadina dell’Alta Brianza. E’ circondata da montagne e solcata dal Torrente Ravella che scende dalla verdissima Valle di San Miro. I caratteristici Corni di Canzo ed il Monte Cornizzolo sono le due cime più note, meta di escursionisti in ogni stagione. All’ingresso del paese si è accolti dall’incantevole Lago del Segrino, un suggestivo ambiente naturale cantato dai poeti del periodo romantico. Rinomate le due pasticcerie che producono artigianalmente “I Nocciolini di Canzo”.
Storia del comune di Canzo
Canzo, (abitanti al censimento 2001: 5.022; superficie kmq 11,18) posto all’estremità nord del Lago del Segrino e racchiuso tra i boschi dei monti Cornizzolo, Corni, Barzeghino e Scioscia, è l’ultimo paese dell’Alta Brianza, all’imbocco della Vallassina. Il territorio di Canzo conserva ancora evidenti i segni del fenomeno delle glaciazioni che lo modellarono milioni di anni fa. I ghiacciai nel loro lento scorrere verso il mare erosero il terreno trasportando enormi massi, detti massi erratici, che poi vennero abbandonati lungo il percorso. Esemplari di massi erratici si possono osservare lungo il sentiero geologico, attrezzato e ricco di segnalazioni, che da Gajum sale verso la Terz’Alpe lungo la valle di san Miro percorsa dal torrente Ravella. Un altro masso erratico, di notevoli dimensioni, denominato “sass dala prea” è posto in bilico sopra la zona di Cranno. Gli stessi laghi briantei, fra i quali il Segrino, sono di origine glaciale come peraltro dimostrano le caratteristiche e la conformazione.
Canzo, il cui nome deriva dal latino “Cantius”, si ritiene, da scoperte di reperti di quell’epoca, fosse già abitata all’Età del Bronzo; l’attuale centro storico del paese pare si trovi esattamente nel luogo dove furono edificate le prime costruzioni di allora.
I reperti più antichi riferibili ad insediamenti umani sono stati rinvenuti sul monte Cornizzolo e datati seimila anni prima di Cristo. I resti di una tomba a tumulo risalente all’età del bronzo, rinvenuta nei pressi del lago del Segrino, testimoniano un insediamento palafitticolo. Attorno al 1500 a.C. nella nostra zona erano stabilmente insediati i Celti, la cui cultura nell’età del bronzo (2200–1000 a.C.) si presentava così avanzata rispetto a quella dei popoli stanziati nell’Europa occidentale da risultare vincente e inglobare le altre etnie più fragili. Ai Celti, o Galli come li chiamavano i Romani, si sostituirono questi ultimi, lasciando tracce della loro presenza soprattutto nelle strade e nei vocaboli, anche dialettali, di derivazione latina.
Successivamente Canzo fece parte del Contado della Martesana, territorio utilizzato da ex legionari Romani legati al culto di Marte, ed in seguito divenne feudo del Monastero di Sant’Ambrogio. Nel 1162 Federico Barbarossa, per premiare i frati del monastero di san Pietro al Monte di Civate che lo aiutarono nella guerra contro Milano offrì loro un vasto territorio comprendente anche Canzo, che nei secoli successivi entrò a far parte del feudo dei Visconti di Milano.
PROGRAMMA
Il territorio del Triangolo Lariano e del comune di Canzo si presta per innumerevoli escursioni di tutti i livelli di difficoltà, monte S.Primo, monte Cornizzolo, monte Palanzone, corni di Canzo ecc. ecc. tutti quanti con degli splendidi panorami sul lago di Como. Saremo accompagnati dagli amici del CAI di Canzo, che con estrema disponibilità fin dai primi contatti si sono detti disponibili ad accompagnarci e ad assisterci per tutto il periodo della nostra permanenza. Come già detto, per i percorsi e gli itinerari c’è solo l’imbarazzo della scelta, questi verranno decisi al momento in relazione alle nostre esigenze, alle condizioni metereologiche e ai consigli degli amici del CAI di Canzo, cercando di sfruttare al meglio l’intero periodo del nostro soggiorno. In caso di maltempo o se organizzativamente sarà possibile potremmo prevedere delle visite a Como, Lecco e Bellagio (la perla del Triangolo Lariano).
Nel territorio lariano ci sono alcune ferrate, gli amici di Canzo sono disponibili ad accompagnarci, chi è interessato lo faccia presente al momento dell’iscrizione in modo da poterci organizzare.
Saremo ospiti proprio nel paese di Canzo, dell’Hotel Volta, con trattamento di pernottamento e prima colazione. La cena sarà consumata in ristorante che dista 300/400 metri dall’Hotel e il menù prevede la scelta tra due primi e due secondi + vino, acqua e dolce.
Quota di partecipazione per un massimo di 35 posti: Euro 215 in camera doppia – supplemento singola euro 18 a notte per un totale di euro 269)
La quota comprende: viaggio A/R, n° 3 pernottamenti e prime colazioni e n° 3 cene.
La quota non comprende i pranzi al sacco e i pranzi del giorno 1 e 4 maggio e quant’altro non previsto alla voce (la quota comprende).
Al momento dell’iscrizione è previsto il versamento di euro 50 a titolo di caparre, il conguaglio dovrà essere versato entro il 22 di aprile.
Attenzione: se non verranno raggiunti almeno 28 partecipanti, la quota di partecipazione sarà ricalcolata.
Equipaggiamento: Adeguate scarpe da trekking e abbigliamento adatto alla stagione, compresa giacca a vento, dato che, in quella zona i primi di maggio potrebbe ancora nevicare. (Per gli interessati alle ferrate Kit da ferrata).
Partenza e ritorno:
Partenza – P.zza Giotto ore: 7.45 – P.zza G.Monaco ore: 7.50 – parcheggio le Caselle ore: 8.00
Ritorno ad Arezzo è previsto nel tardo pomeriggio del giorno 4 maggio.
I posti disponibili sono 35 – sarà possibile iscriversi presso la Sede CAI in via F. Filzi 28/2 Arezzo da giovedì 6 marzo 2014 a martedì 15 aprile 2014, versando una caparra di euro 50.
Direttore di gita : Paggetti Pietro (328/4151654)