Domenica 26 febbraio uscita alla III° vetta delle 40 al Monte Subasio (m. 1290 slm)Partiti alle 9.00 circa dallo stadio, l’allegro Gruppo del CAI, si è indirizzato per raggiungere Spello; ridente ed incantevole paese vicino ad Assisi, da lì avremmo raggiunto la vetta del Monte Subasio (m. 1290 slm) tramite il sentiero 52.
Durante il viaggio in macchina, le prime avvisaglie paesaggistiche della Cittadina Umbra, facevano apparirlo bello, ben curato e pieno di storia… quella antica! Ebbene il paese dell’Infiorata, alla fine della Caina giornata, ci avrebbe regalato, una bella visita ed il godere di opere d’arte uniche.
Arrivati a Spello abbiamo dato una sbirciatina veloce al paese, trovando un barrettino, perché di bar-ino, si parla, molto carino e con il gestore, un’omone grande e grosso che, con mia meraviglia, ha sbrigato l’arrivo della nostra banda allo sbaraglio con una velocità e cortesia unica, dispensando caffè paste e cappucci a destra e a manca.
Dopo la fermata ristorato-ria, siamo ripartiti alla volta di Collepino da dove preparatissimi abbiamo intrapreso il sentiero n° 52, addentrando, in salita, all'interno di una bella boscaglia mista ed arrivando dopo circa un'oretta all’Abbazia di San Silvestro fondata nel 523 da San Benedetto; circondata da alberi secolari, ci è apparsa una struttura, che, anche se ricostruita in parte e restaurata nell'altra, emetteva radiazioni di storia e misticismo benefiche, aleggiate da un profondo silenzio circostanziale; silenzio, a volte rotto solo dalla nostra ammirazione. Ripartiti, abbiamo continuato nella salita e nel bosco che man mano diradava, fino a lasciarci camminare su di un terreno un pò brullo ma dall'ottimo pascolo. Proprio all'inizio di questo, si è presentato il secondo Eremo che però, non vale menzione rispetto al primo. Raggruppati, abbiamo continuato sempre x il sentiero 52 in salita e in questo terreno a puro pascolo, dove a farci da spettatori indigeni, c'erano un bel gruppetto di cavalli e bardotti allo stato brado, che incuriositi da tanta e tale gente sono venuti a salutarci annusandoci e lasciandosi accarezzare. Intanto il vento, alzatosi forte e freddo di tramontana, ci faceva indossare tutto quanto avevamo di abbigliamento di scorta. Il cielo da mezzo sereno si stava oscurando con minacciose nuvole e quei pochi sprazzi di panorama diventavano sempre più indistinguibili ombre lontane.
Alla vetta, ben riconoscibile da un cippo di pietra, siamo arrivati in perfetto ordine, brado-sparso. Qui abbiamo pranzato ma soprattutto tra una risata e l'altra abbiamo incitato il mitico Beppino nella corsa dietro alla busta che il vento gli faceva volare sempre più lontano; entrambi sono spariti dalla nostra visuale ed ilarità ma dopo un po', il coriace Beppino, ricompariva brandendo la busta, come un soldato vincitore, brandiva lo stendardo.
Fatta la foto di rito, infreddoliti ma contenti come sempre, abbiamo ripreso il cammino a ritroso per lo stesso sentiero.
Tornati alle macchine, siamo andati a Spello, lasciandoci trasportare dalle stradine e dai scorci incantevoli, curati e puliti, fino ad arrivare alla Chiesa di Santa Maria Maggiore ove si è ammirato un affresco restaurato del Pinturicchio ma non solo, c'erano opere del Perugino e di altri artisti minori. Saziata la nostre fame di cultura, non rimaneva altro da fare che trovare un loco onde saziare la nostra fame reale e così dopo una schiacciata al prosciutto e una birretta, siamo rientrati ad Arezzo, mirando affascinati, dietro l’indicazioni del buon Boschi docet la bellezza e il luccichio di Venere della Luna e di Giove nella scuro cielo.