L’escursione ci conduce alla scoperta della montagna simbolo della Toscana meridionale: il monte Amiata. Di origine vulcanica e formato prevalentemente da rocce trachitiche, vede la sua origine spingersi indietro nel tempo di 300.000 anni mentre le ultime eruzioni magmatiche sono datate fino a circa 200.000 anni fa. Date le sue origini è contraddistinto dalla caratteristica quanto evidente forma conica che lo rende ben visibile già da grandi distanze.
Per secoli frequentato già dagli Etruschi e punto di riferimento per i viandanti della via Francigena che ne lambisce le pendici, l’Amiata costituisce un importante quanto particolare ecosistema naturale, con flora e fauna tipiche degli ambienti specificatamente appenninici in conseguenza delle quote di tutto rispetto (la cima supera infatti i 1700m) sia per la sua vicinanza al mare che inevitabilmente ne condiziona il clima e l’ambiente.
Il paesaggio è contraddistinto da foreste di grande pregio formate da faggi, abeti e castagni, in cui ha avuto modo di realizzarsi un equilibrio fra uomo e vegetazione contribuendo non poco a conservare la flora e addirittura a migliorarla con tecniche forestali e di taglio, praticate da oltre un secolo.
Legname, castagne e prodotti tipici della montagna non sono le uniche ricchezze che il Monte Amiata offre in abbondanza agli abitanti della zona; alla base dell’apparato vulcanico infatti, laddove è in contatto con le sottostanti rocce argilloso-calcaree, si individuano numerose sorgenti, che costituiscono un’imponente ricchezza idrica che caratterizza quest’area. L’origine del toponimo “Amiata” è stata da alcuni individuata proprio nel latino “ad meata”, ossia “alle sorgenti”.
Le acque dell’Amiata sono pertanto ancor oggi largamente utilizzate per gli acquedotti dei centri circostanti fino ad arrivare alla stessa città di Siena. Risale agli inizi del secolo scorso la costruzione dell’acquedotto presso le sorgenti del torrente Vivo nelle vicinanze della omonima località di Vivo d’Orcia, con stanze e gallerie sotterranee ancor oggi di interesse storico/ingegneristico notevole e che potremo visitare al termine dell’escursione.
http://www.ladianasiena.it/luoghi.php?target=acquedotto
Itinerario:
Superato l’abitato del Vivo d’Orcia lungo la strada provinciale n°65, ci immettiamo nello stradone che risale fino a imboccare il sentiero n°11 che conduce alla foresta dell’Ermicciolo e alle sorgenti omonime del torrente Vivo. Da qui proseguiamo sulla destra addentrandoci nella foresta e iniziando il cammino in salita che ci porterà in successione a incrociare il sentiero n°10 del grande anello dell’Amiata e a proseguire oltre verso il primo rifugio Amiatino, il secondo rifugio Castore e quindi i pratoni sommitali da scalare fino alla vetta, dove potremo consumare il pranzo al sacco, o per chi vuole, consumare un veloce pranzo presso il rifugio gestito.
Dopo la pausa in cui meteo permettendo ci sarà m odo di ammirare lo spettacolare panorama che si apre dagli appennini fino al mar Tirreno e al Lazio settentrionale con il lago di Bolsena, rapida discesa sui ripidi prati fino a giungere, in parte sul cammino dell’andata, nuovamente nei pressi dell’eremo dell’Ermicciolo da cui attraverso il sentiero delle sorgenti raggiungeremo l’ingresso delle stanze dove ci attenderà la guida per la visita (circa 45 minuti). Dopodichè raggiungeremo in 10 minuti le auto per spostaci nella vicina e caratteristica località di Campiglia d’Orcia dove saremo accompagnati per un breve quanto piacevole trekking urbano lungo i percorsi medievali del paese:
http://www.campigliadorcia.it/joomla/il-trekking/trekking-urbano
http://www.campigliadorcia.it/joomla/storia
PARTENZA: ore 6.00 dal palasport Le Caselle con auto proprie
RIENTRO: ore 19.00 circa
DISLIVELLI : 750 m in salita e in discesa
LUNGHEZZA: 18km circa
TEMPO DI PERCORRENZA: ore 5 circa, escluso le soste.
CARATTERISTICHE E DIFFICOLTA’: difficoltà E (escursionista). È un itinerario che si snoda in gran parte in ambiente forestale attraverso sentieri ben tracciati ma non sempre segnati, l’ultimo tratto del percorso prima della vetta, approssimativamte gli ultimi 100m di quota, si svolge su prato con pendenze elevate che risultano impegnative tanto in salita che in discesa, è necessario quindi un buon allenamento.
EQUIPAGGIAMENTO: abbigliamento adatto alla stagione con scarponi da trekking (obbligatori), vista la quota piuttosto elevata che raggiungeremo è comunque consigliabile la giacca a vento. Si ricorda di portare il pranzo al sacco e l’acqua anche se lungo il percorso è possibile approvvigionarsi.
QUOTE DI PARTECIPAZIONE:
La gita è rivolta ai soci CAI e il costo è di EURO 10 a persona + il costo del viaggio (carburante e autostrada) che dovrà essere diviso tra tutti i partecipanti.
La quota comprende la visita guidata all’acquedotto storico delle sorgenti del Vivo e della visita guidata nel centro storico di Campiglia d’Orcia.
Apertura iscrizione: Martedì 31 Maggio 2016
Termine iscrizione: Giovedì 16 giugno 2016
I Direttori di Gita:
Federico Bartolucci cell.339 3768725
Sonia Cuseri cell.334 3873157
INDICAZIONI STRADALI: La partenza è fissata al km 1 dopo l’abitato di Vivo d’Orcia, lungo la strada provinciale sp65 dell’Amiata in corrispondenza del parcheggio dell’Ermicciolo con indicazione segnaletica dello stradone che conduce alle sorgenti.
N.B. In caso di maltempo la gita potrà essere rimandata a data da definirsi.
La Sezione CAI di Arezzo e i Direttori di gita declinano ogni responsabilità per danni a cose o persone derivanti da comportamenti imprudenti o inappropriati da parte dei partecipanti