Trekking tra natura, storia ed emozioni nell’area naturale protetta del promontorio di Piombino
ITINERARIO: Sentiero dei Cavalleggeri– Monastero di S. Quirico – Populonia Alta- Golfo di Baratti – Necropoli di S. Cerbone.
Mentre mi trovavo in ferie a San Vincenzo, in una giornata di forte maestrale e mare tempestoso con onde alte fino a tre metri, guardando l’orizzonte verso Sud mi sono soffermato sul golfo di Baratti e la cittadina di Populonia. Ho pensato subito che percorrere la fascia costiera di tutto il promontorio con gli amici del Cai di Arezzo poteva essere una buona idea da programmare per il 2017. La mattina dopo, viste le condizioni meteo-marine ancora fortemente instabili, ho percorso in buona compagnia l’intero sentiero che parte da Cala Moresca fino al Golfo di Baratti: tratto dell’antica Via Dei Cavalleggeri.
Un bel tracciato che attraversa la suggestiva costa nell’Area Naturale Protetta del promontorio di Piombino, tra macchia mediterranea (ambienti simbolo della regione Toscana), una cala e uno strapiombo sulle limpide acque sottostanti.
Il luogo, sicuramente molto interessante, vario, ricco di storia, arte e cultura che si affaccia sul mare che guarda il panorama sull’Elba, Capraia, Gorgona e la più lontana Corsica, può vantare scorci di estrema bellezza: nulla da invidiare ad altre zone costiere della nostra Penisola.
Tutto il sentiero non presenta particolari difficoltà, anche se caratterizzato da brevi salite e discese.
Dopo la prima parte della Via dei Cavalleggeri saliremo al Monastero benedettino di S. Quirico, a quota m. 180, o meglio a quello che rimane del monastero, fondato presumibilmente prima del 1035, epoca nella quale risale la prima menzione del complesso monasteriale. La chiesetta fu edificata su resti di una chiesa più antica, un piccolo edificio di culto costituito da un’unica aula con abside realizzata con pietre locali appena sbozzate.
Proseguendo, faremo visita all’antico Borgo Medioevale di Populonia e se possibile agli scavi prospicienti dell’antica cittadina etrusca. Scenderemo quindi nuovamente lungo la costa e partendo dalla meravigliosa e conosciutissima Buca delle Fate, continueremo la Via dei Cavalleggeri fino al Golfo di Baratti per visitare, con la guida, il Parco Archeologico di Baratti e Populonia dove si trovano numerose tombe di queste antiche civiltà, prima villanoviane poi etrusche.
Terminata la visita, dopo aver attraversato a piedi i prati costieri sui quali svettano alcuni maestosi esemplari di pini Domestici, saliremo sul nostro pullman che ci riporterà ad Arezzo.
Note storiche sulla via dei Cavalleggeri
Nel corso del XVI secolo Cosimo I de’ Medici al fine di garantire la sicurezza del Granducato, viste le ripetute incursioni da parte dei pirati barbareschi al servizio dell’Impero Turco che attaccavano le imbarcazioni mercantili e depredavano le località costiere facendo prigionieri e schiavi sulla costa livornese e conseguentemente del Granducato, adottò tre importanti interventi:
la costituzione, nel 1561, di un corpo scelto di cavalleggeri, armati alla leggiera, che costituisse una sorta di pronto intervento, veloce negli spostamenti a terra tra i vari punti di stanza delle diverse guarnigioni, la principale delle quali aveva stanza a Livorno nell’omonimo: forte dei cavalleggeri;
il riattamento di alcune strutture preesistenti e la costruzione ex novo, a partite dagli anni ’60 del secolo, di circa sessanta fra torri, forti e posti armati, dislocati strategicamente lungo la linea di costa dello Stato, da nord a sud e sulle isole dell’arcipelago toscano;
l’apertura di una strada militare di collegamento fra tutte queste postazioni di controllo e difesa, che svolgevano anche un importante servizio di carattere fiscale, per evitare sbarchi di merci non autorizzate, l’espletamento di misure atte alla profilassi sanitaria, in particolare per impedire l’avvicinamento alla costa da parte di navigli infetti o ritenuti tali, in occasione delle ricorrenti epidemie di peste e dovevano impedire l’espatrio non autorizzato di sudditi del granducato o l’immigrazione clandestina di soggetti indesiderati.
L’antica via dei cavalleggeri fu progettata e realizzata a un’altezza pressoché costante sul livello del mare, per consentire una comoda ispezione di tutta la costa. La strada, in alcuni tratti suggestivi ancora leggibile, è in parte percorribile a piedi, mentre in molti altri potrebbe essere facilmente riscoperta, restaurata e messa in sicurezza, permettendo una fruizione pedonale che unirebbe al percorso storico quello naturalistico e paesaggistico.
La storia di queste antiche popolazioni
Età del Bronzo e del ferro:
Proprio all’età del Bronzo (XII – X secolo a.C.) che si fanno risalire gli albori di Populonia, dal momento che è in questo periodo che si iniziano a formare i primi villaggi.
In principio, nell’età del bronzo Antico (3000 – 2000 a.C.), si trattava solamente di capanne costituite da pavimenti con frammenti di vasi e pareti di frasche, protette da intonaci di argilla che punteggiavano il litorale sabbioso lungo il golfo di Barattti: il periodo del Bronzo Medio (2000 – 1500 a.C.) non risulta finora documentato, fatta eccezione per un frammento di ceramica con decorazione incisa e impressa rinvenuto negli strati inferiori di un insediamento del Bronzo Finale, sito lungo le dune antistanti la pineta del podere Casone.
Momento culminante della cultura villanoviana sembra risalire all’età del Bronzo Finale (1550 – 1200 a.C.), quando ormai vari villaggi e piccole città erano diffuse su un’area molto vasta che va dall’Emilia Romagna all’Italia meridionale.
E’ in questa fase storica che anche a Populonia (in etrusco Fufluna o Pupluna) iniziarono a comparire i primi veri e propri insediamenti formati da clan che daranno poi origine alla città di Populonia, occupando pianori più o meno vasti e le alture limitrofe all’area del golfo di Baratti.
Per tutto questo periodo della civiltà etrusca (da notare che la conclusione di ampi e recenti studi potrebbe aver dato una risposta definitiva sulla provenienza di questa antica popolazione, probabilmente di origine italica autoctona i cui discendenti diretti, relativamente pochi, sono dispersi nel Casentino e Volterra) e la prima parte di controllo romano, fino al I secolo a.C., l’economia di Populonia era basata sui commerci marittimi e sulle produzioni siderurgiche. Lo sviluppo di questa città fu infatti dato dalla fondamentale presenza della vicina isola d’Elba che, con le sue miniere ferrose, diede il via ad una grande tradizione metallurgica. Nel golfo di Baratti arrivavano via nave le materie prime estratte nelle miniere elbane che venivano fuse in appositi bassiforni con una procedura assai simile a quella attuale.
Populonia insieme a Volterra fu uno dei più importanti centri del mondo antico per la lavorazione ed il commercio del ferro.
L’attuale paese di Populonia, questo piccolo borgo dal fascino indescrivibile, quasi circondato dal mare è situato in cima a una collina. Dalla torre del Castello si può vedere un panorama a 360° e le più recenti mura medioevali, costruite per la difesa dai pirati e la Rocca edificata nella prima metà del secolo XV, racchiudono vicoli lastricati, piccoli negozi ed un museo privato di reperti etruschi e romani, ritrovati nella zona ed in mare.
– Partenza ore 6,00 da Piazza G. Monaco, ore 6,05 da Bar Giotto, tempo di percorrenza a piedi + visite 7 – 9 ore compresa sosta per il pranzo. Rientro ad Arezzo 19-20 circa.
– Lunghezza totale percorso Km 14-15
– Grado di difficoltà “E”
– Il percorso è costituito da vari saliscendi e si raggiunge una quota massima di m. 180 s.l.m.
– Importo di partecipazione: soci adulti Euro 31,00, soci giovani Euro 28,00 (comprensivi della guida ove prevista)
– Pranzo al sacco in luogo idoneo da stabilire.
– In particolare dovranno essere indossate scarpe da trekking con suole in buono stato ed abbigliamento da trekking adeguati alla giornata. Consigliabili bastoncini da trekking.
– Le iscrizioni si aprono martedì 14 marzo 2017
Gita riservata ai soci CAI
P.S. Posti autobus disponibili n. 29. Poiché la guida andrà fissata anticipatamente considerata la grande affluenza di persone in quel periodo, le iscrizioni e i pagamenti si chiuderanno entro il 18 aprile 2017 pena l’annullamento della gita stessa.
N.B. Il Direttore di gita e la Sezione sono esonerati da qualsiasi responsabilità per eventi e comportamenti derivanti da imprudenza, imperizia e negligenza di ogni singolo partecipante durante lo svolgimento dell’escursione.
Lo stesso Direttore si riserva di apportare eventuali modifiche al programma in relazione alle condizioni meteo e agli effettivi tempi di percorrenza impiegati al momento.
Il Direttore di gita
Isaldo Rossi
329/4278533