ITINERARIO:
E’ un bel tracciato ad anello di tipo Escursionistico che non presenta particolari difficoltà, caratterizzato da brevi saliscendi, che attraversa la suggestiva costa nell’Area Naturale Protetta del promontorio di Piombino, tra macchia mediterranea (ambienti simbolo della regione Toscana), una cala e uno strapiombo sulle limpide acque sottostanti.
Tutta la zona sicuramente molto interessante, varia, ricchissima di storia, arte e cultura, può vantare scorci di estrema bellezza; nulla da invidiare ad altre zone costiere della nostra Penisola.
Partiremo dal piazzale TOYS CENTER via Romana, 162 di Arezzo, con mezzi propri, per dirigersi verso Populonia, parcheggio loc. Reciso, dove lasceremo i nostri mezzi. (nota: prima della partenza stabiliremo se e come ritrovarci durante il tragitto).
Da questo parcheggio, vicino a Populonia, cammineremo lungo il promontorio di Piombino fino a Cala Moresca.
Percorso il primo tratto della via del crinale, faremo visita al Monastero benedettino di S. Quirico, a quota m. 180, o meglio a quello che rimane del monastero, fondato presumibilmente prima del 1035. La chiesetta fu edificata su resti di una chiesa più antica, un piccolo edificio di culto costituito da un’unica aula con abside realizzata con pietre locali appena sbozzate.
Seguiremo poi la via dei Cavalleggeri fino alla conosciutissima Buca della Fate. Una sosta in prossimità di questa meravigliosa scogliera sarà sicuramente molto gradita per ammirare la bellissima località.
Saliremo infine e faremo visita all’antico Borgo Medioevale di Populonia. Potremo entrare nel Castello-fortezza del XV° secolo che si trova in posizione panoramica sopra il golfo di Baratti e dal quale si domina il tratto di mare tra la terraferma e l’arcipelago toscano. Costo di Euro 1,50 per un minimo di 15 persone
Dopo essersi riposati e magari preso un buon caffè, scenderemo verso il Parco Archeologico di Baratti – Populonia per rivivere ed immergerci nella storia queste antiche civiltà, prima villanoviane poi etrusche e valuteremo la possibilità di poterlo visitare accompagnati da una guida locale. Costo euro 6,00 per minimo 20 persone, euro 9,00 per un numero inferiore.
Terminata la visita, andremo a riprendere i nostri automezzi per tornare verso casa.
–Orario di partenza : ore 6,30
-Orario Rientro: 19/20
-Quota di partecipazione: 2,00
-Iscrizioni a decorrere dal: 26/4/2018
-Termine iscrizioni: 22 maggio 2018
-Dislivelli e difficoltà : 180 s.l.m. “E” escursionistico
-Lunghezza Km. 15/16
-Pranzo al sacco in luogo da stabilire
-Equipaggiamento: da trekking idoneo, scarpe con buone suole, mantella ecc.
-Consigliabili al seguito acqua e bastoncini
-Possibili piccole variazioni durante l’esecuzione del programma.
P.S. Ciascun partecipante dovrà rimborsare al proprietario dell’autoveicolo i costi sostenuti
Direttore dell’uscita: Isaldo Rossi 329/4278533
La storia di queste antiche popolazioni
Note storiche sulla via dei Cavalleggeri:
Nel corso del XVI secolo Cosimo I de’ Medici al fine di garantire la sicurezza del Granducato, viste le ripetute incursioni da parte dei pirati barbareschi al servizio dell’Impero Turco che attaccavano le imbarcazioni mercantili e depredavano le località costiere facendo prigionieri e schiavi sulla costa livornese e conseguentemente del Granducato, adottò tre importanti interventi:
la costituzione, nel 1561, di un corpo scelto di cavalleggeri, armati alla leggiera, che costituisse una sorta di pronto intervento, veloce negli spostamenti a terra tra i vari punti di stanza delle diverse guarnigioni, la principale delle quali aveva stanza a Livorno nell’omonimo: forte dei cavalleggeri;
il riattamento di alcune strutture preesistenti e la costruzione ex novo, a partite dagli anni ’60 del secolo, di circa sessanta fra torri, forti e posti armati, dislocati strategicamente lungo la linea di costa dello Stato, da nord a sud e sulle isole dell’arcipelago toscano;
l’apertura di una strada militare di collegamento fra tutte queste postazioni di controllo e difesa, che svolgevano anche un importante servizio di carattere fiscale, per evitare sbarchi di merci non autorizzate, l’espletamento di misure atte alla profilassi sanitaria, in particolare per impedire l’avvicinamento alla costa da parte di navigli infetti o ritenuti tali, in occasione delle ricorrenti epidemie di peste e dovevano impedire l’espatrio non autorizzato di sudditi del granducato o l’immigrazione clandestina di soggetti indesiderati.
L’antica via dei cavalleggeri fu progettata e realizzata a un’altezza pressoché costante sul livello del mare, per consentire una comoda ispezione di tutta la costa. La strada, in alcuni tratti suggestivi ancora leggibile, è in parte percorribile a piedi, mentre in molti altri potrebbe essere facilmente riscoperta, restaurata e messa in sicurezza, permettendo una fruizione pedonale che unirebbe al percorso storico quello naturalistico e paesaggistico.
Età del Bronzo e del ferro:
Proprio all’età del Bronzo (XII – X secolo a.C.) che si fanno risalire gli albori di Populonia, dal momento che è in questo periodo che si iniziano a formare i primi villaggi.
In principio, nell’età del bronzo Antico
(3000 – 2000 a.C.), si trattava solamente di capanne costituite da pavimenti con frammenti di vasi e pareti di frasche, protette da intonaci di argilla che punteggiavano il litorale sabbioso lungo il golfo di Barattti: il periodo del Bronzo Medio (2000 – 1500 a.C.) non risulta finora documentato, fatta eccezione per un frammento di ceramica con decorazione incisa e impressa rinvenuto negli strati inferiori di un insediamento del Bronzo Finale, sito lungo le dune antistanti la pineta del podere Casone.
Momento culminante della cultura villanoviana sembra risalire all’età del Bronzo Finale (1550 – 1200 a.C.), quando ormai vari villaggi e piccole città erano diffuse su un’area molto vasta che va dall’Emilia Romagna all’Italia meridionale.
E’ in questa fase storica che anche a Populonia (in etrusco Fufluna o Pupluna) iniziarono a comparire i primi veri e propri insediamenti formati da clan che daranno poi origine alla città di Populonia, occupando pianori più o meno vasti e le alture limitrofe all’area del golfo di Baratti.
Per tutto questo periodo della civiltà etrusca (da notare che la conclusione di ampi e recenti studi potrebbe aver dato una risposta definitiva sulla provenienza di questa antica popolazione, probabilmente di origine italica autoctona i cui discendenti diretti, relativamente pochi, sono dispersi nel Casentino e Volterra) e la prima parte di controllo romano, fino al I secolo a.C., l’economia di Populonia era basata sui commerci marittimi e sulle produzioni siderurgiche. Lo sviluppo di questa città fu infatti dato dalla fondamentale presenza della vicina isola d’Elba che, con le sue miniere ferrose, diede il via ad una grande tradizione metallurgica. Nel golfo di Baratti arrivavano via nave le materie prime estratte nelle miniere elbane che venivano fuse in appositi bassiforni con una procedura assai simile a quella attuale.
Populonia insieme a Volterra fu uno dei più importanti centri del mondo antico per la lavorazione ed il commercio del ferro.