Il paesino si trova incastonato nell’Appennino Umbro-Marchigiano a 600 m s.l.m., è attraversato dal torrente Meta che, unendosi al torrente Auro dà vita al fiume Metauro. Lamoli è percorso dalla SS73bis, arteria di collegamento principale con il capoluogo, Borgo Pace (5,4 km) ed il passo di Bocca Trabaria (8,4 km) a 1049 m s.l.m., confine tra Marche e Umbria.
In breve un po’ di Storia
Lamoli fin dalla sua origine venne chiamato Castrum Lamularum o Castello delle Lame dal tipo di conformazione del terreno costituito dall’assieme di piccole lame sul quale venne edificato. Le fonti storiche sono concordi nell’attribuire la fondazione di Lamoli ai discepoli di San Benedetto. Questi, dopo la morte del loro fondatore, si riversarono nella Massa Trabaria attirati dalla solitudine di questi luoghi, dai ricchi boschi e dall’abbondanza di terre facili d’acquistare o ad essere donate. Il castello, ora scomparso, fu per molti secoli, fino al XIX secolo, la sede di un Vicariato civile dal quale dipendevano vari ed importanti castelli. Passa poi sotto Urbino e infine alla Chiesa che, con Papa Leone XII, rivede l’assegnazione dei Vicariati creando un’unica comunità avente a capoluogo Borgo Pace.
Durante il Risorgimento Italiano e le guerre d’indipendenza, Lamoli ebbe un ruolo attivo con la Carboneria, rifugiando i patrioti della Repubblica Romana dopo il 1849 e ospitando Garibaldi nella canonica dell’abbazia mentre, con il suo esercito, si stava spostando verso San Marino, scendendo dall’ Alpe della Luna.
Monumenti
L’Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo è orgoglio di tutti gli abitanti del paese e monumento simbolo del paese. La fondazione risale al VII secolo, di quest’epoca restano, perfettamente recuperate, la chiesa abbaziale e l’ala principale del monastero, nel cui chiostro si trova il Museo dei Colori naturali. All’interno della chiesa si possono ammirare diverse opere di notevole pregio. Un frammento di affresco, ora riportato su quadro rappresentante il calvario del’300, alcuni affreschi di scuola umbra del XVI secolo rappresentanti San Romualdo e San Giuliano ed un altro affresco del XV secolo rappresentante la Madonna che allatta il Bambino. Oltre agl’affreschi si trovano: una tempera su tavola a lunettone raffigurante l’Eterno Padre tra Due Angeli, un olio su tela raffigurante il Presepe di scuola Fiorentina del XV-XVI secolo e un Crocifisso ligneo del ‘400 di grande impatto emotivo oltre che di notevole pregio artistico, noto come il Cristo spirante.
Il museo dei colori naturali
Inserito nell’Oasi San Benedetto a Lamoli di Borgo Pace, il Museo dei Colori Naturali illustra varie specie di piante tintorie come la robbia, la reseda ed il guado, pianta quest’ultima che ha rappresentato nel periodo rinascimentale una risorsa economica molto importante tanto da essere definito l’oro blu. Il pigmento colorante del guado è stato recentemente riscoperto ed ora, dopo cinque secoli in cui se n’era persa memoria, l’uomo torna ad usarlo nelle colorazioni di manufatti in diversi campi d’impiego: artigianato, cosmetica, edilizia, tessile ed abbigliamento. Il Museo propone un percorso conoscitivo sulle piante officiali tintorie, sul loro antico uso, sulla recente riscoperta e sul loro contemporaneo e futuro utilizzo. Nel chiostro dell’abbazia vi è la sede dove sono esposti i documenti d’archivio e bibliografici, l’erbario con le schede tecnico-scientifiche sulle principali essenze tintorie ed un laboratorio di sviluppo e ricerca per l’estrazione dei pigmenti vegetali da fiori, bacche, foglie e radici. Nell’area adiacente l’originario monastero vi sono le coltivazioni sperimentali delle erbe tintorie, fruibili in un percorso segnalato e catalogato, oltre ad una serra adibita ad aula didattica.
L’Abbadia di Uselle: tra storia e fede alla scoperta di una meraviglia dimenticata
Una chiesa del XII secolo, ex monastero benedettino, dedicata alla Vergine.
Tra Città di Castello e Sansepolcro sorge l’«Abbadia di Uselle infra montes», raggiungibile dall’antico tracciato viario che conduceva al valico di Bocca Trabaria, una splendida chiesetta ad una navata in cui, da secoli, la gente del luogo celebra la sua Madonna. Qui, ancora oggi, fin dal 1600, la Confraternita dell’Immacolata Concezione fa rivivere il rito e la festa della vestizione della Madonna del Parto.
Un po’ di storia: sino al 1500 il monastero ospitava monaci benedettini, ma, dopo l’abbandono da parte dei religiosi, l’abbazia divenne parrocchia e la sua importanza diminuì notevolmente. Un secolo dopo, la Confraternita dell’Immacolata concezione, riconosciuta ufficialmente dalla Costituzione Apostolica di Sisto IV, le diede nuovo vigore. La Confraternita ogni anno, l’8 di dicembre, per la festa dell’Immacolata, raggiungeva l’abbazia in processione e, una volta al santuario, avveniva la distribuzione simbolica di due pani. In quell’occasione si svolgeva anche il rito della vestizione della Madonna del Parto, una statua della Vergine con in braccio il Bambino, ricavata da un blocco ligneo in epoca medioevale risalente al 1300 circa, allora conservata all’interno della chiesa. Ancora oggi la gente del luogo celebra la festa e rivive il rito in onore della Madonna, sempre l’8 dicembre.
L’architettura: la chiesa è ad una navata, con pianta a T e priva di abside. La facciata è a capanna; il portale architravato è sovrastato da una lunetta di gusto monastico. All’interno ci sono tre altari: quello maggiore dedicato all’Assunzione di Maria, quello di destra al SS. Crocifisso e quello di sinistra all’Immacolata Concezione (con un quadro oggi conservato al Museo del Duomo di Città di Castello).
PROGRAMMA
Il percorso inizia da C.Corniolo (410 m s.l.m.) frazione poco distante da Lama di S. Giustino Umbro, dopo circa 1 km raggiungiamo l’«Abbadia di Uselle infra montes», breve visita all’abbazia benedettina e proseguendo per il segnavia 102 e 102/a raggiungiamo il crinale in località Sbocco le Macinelle, sul confine tra le Marche e Umbria a (1010 m s.l.m.).
Da qui un breve tratto in leggero falsopiano sul Sentiero Italia (00SI) quindi a sinistra dove iniziamo a scendere per il sentiero 80; successivamente il sentiero 82 ci conduce fino a Lamoli.
Il percorso è veramente interessante, il primo tratto in salita, con bellissimi scorci verso la valle del Tevere mentre, il secondo, inizialmente chiuso tra boschi di faggio e quercia, poi si apre nel tratto finale, per permetterci di ammirare Lamoli dall’alto. Giunti al paese è prevista la visita all’Abbazia e, per chi è interessato, al museo dei colori naturali.
Alternativa per chi cammina poco ma vuole partecipare:
può venire con il gruppo fino all’abbazia di Uselle (1km), dopo la visita, ritornare al pullman per trasferirsi direttamente a Lamoli dove attendere l’arrivo del gruppo.
N. B informazione aggiuntiva: per chi non effettua l’escursione e non vuole pranzare al sacco, accanto all’abbazia c’è il ristorante “L’Oasi di San Benedetto”.
QUOTA DI PARTECIPAZIONE MAX 35 PARTECIPANTI
Soci € 16.00 – Soci Giovani € 14.00
ATTENZIONE
La quota non comprende l’ingresso al museo dei colori naturali (costo € 3.00) che gli interessati verseranno direttamente sul posto.
Orario di PARTENZA:
Parcheggio delle Caselle ore 7:15 – P.zza G.Monaco ore 7:20 –P.zza Giotto ore 7:30
Orario di RITORNO:
Ore 20:00 circa
· Difficoltà:
l’escursione non presenta difficoltà particolari, la lunghezza è di circa 17 km ed il dislivello in salita è di 600 metri e in discesa 400 metri. Tempo di percorrenza previsto 6 ore escluso le soste.
· Attrezzatura ed abbigliamento:
Normale attrezzatura da trekking e il normale abbigliamento adatto alla stagione.
Le iscrizioni per essere valide devono essere accompagnate dalla quota di partecipazione e si ricevono presso la sede del CAI a partire da venerdì 24 ottobre è termineranno venerdì 14 novembre.
Direttori di gita
Pietro Paggetti (Cell. 3284151654) — Vincenzo Lucaccini